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Sinner è già sulle tracce del "baby" Nadal

Il più giovane così avanti nel torneo dal 2005, quando Rafa era 18enne

Sinner è  già sulle tracce del "baby" Nadal

Vivere le sfide come l'aria che si respira. Jannik Sinner dà seguito al progetto del "Modernismo tennistico" a Barcellona, lì dove Antoni Gaudì diede libero sfogo al suo genio creativo. Così Jannik ha disegnato sul campo catalano traiettorie di difficile lettura contro chi si pensava difficilmente battibile. Il n.7 del mondo Andrey Rublev partiva coi favori del pronostico, forte dei suoi successi e del proprio tennis potente: negli ultimi venti mesi il moscovita è stato il giocatore più vincente del circuito maschile, aggiudicandosi 97 dei 124 incontri disputati e scalando la graduatoria mondiale. Questi numeri, dunque, danno ancor più lustro al risultato di Sinner che per 6-2 7-6 (6) ha impartito una dura lezione al suo avversario.

«È per incontri come questo che ti alleni. Specialmente quando giochi turni importanti, essenziali per me per acquisire esperienza, che è quello che sto cercando di fare», le sue parole dell'altoatesino. Il classe 2001 nostrano con la prestazione sulla terra rossa spagnola si è regalato la sesta semifinale in carriera nel circuito ATP, la prima in un torneo 500 e sulla terra, a dimostrazione della sua grande poliedricità. L'azzurrino è il più giovane semifinalista dal 2005, quando il 18enne Rafael Nadal vinse il suo primo degli undici titoli a Barcellona. Un Nadal che potrebbe forse incrociare nell'atto conclusivo in una sfida affascinante dopo l'incontro dei quarti al Roland Garros 2020. Ci sarà prima però un altro ostacolo, ovvero Stefanos Tsitsipas che ha i connotati del tennista a tutto campo, in grado di mettere in difficoltà Jannik con le sue variazioni. Il greco, trionfatore a Montecarlo, sarà un avversario ostico, ma l'altoatesino vorrebbe replicare la vittoria ottenuta contro l'ellenico al Foro Italico dell'anno scorso e qualificarsi per una Finale che non vede un italiano dal 1975 quando fu Adriano Panatta a spingersi a tanto.

Il tennis italiano però non è solo Sinner e a ribadirlo con forza a Belgrado è stato Matteo Berrettini. Il top-10, di cui spesso si parla poco, ha gridato a gran voce la sua presenza dopo l'infortunio agli addominali, conquistando la semifinale sul rosso serbo e battendo il padrone di casa Filip Krajinovic.

Il Bel Paese con racchetta e pallina regala soddisfazioni, ma non ci si vuol fermare qui.

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