Sono girati i cinque minuti anche a Moratti e l'olandesino è stato messo alla porta. In bello stile naturalmente. Ma nel caso non avesse capito... «Sarebbe serio se Sneijder fornisse una risposta entro oggi al Galatasaray», ha detto ieri mattina il presidente che quando usa termini seri diventa terribilmente serio e a scocciatura (eufemismo) difficilmente controllabile. Un ultimatum che ha seguito quel dire e non dire ascoltato prima della partita con il Pescara, ma il tanto per far capire: tipico di Moratti quando non vuol usare gli schiaffi (verbali). Poi ci si è messa anche Yolanthe, la moglie di Sneijder, con un cinguettio delicato in risposta a un utente turco: «Qualcuno gioca sporco, ma presto tutti sapranno. Rispetto è trattare le persone come vorresti essere trattato. Non so come finirà. Spero venga fatta chiarezza». Chiunque sia a giocare sporco, l'unica certezza è che l'olandesino continua ad incassare eccellenti stipendi.
Il caso Sneijder e il caso Cassano si sono presi la parte sul caso Inter, squadra che oggi gioca in coppa Italia contro il Bologna ma che cerca la Champions e avrebbe bisogno di una bella iniezione di gioco ad efficacia garantita (che non significa bel gioco) e di qualche rinforzo. Pure Moratti e Stramax sanno bene che non bastano i next generations. Tanto più che i migliori vengono mandati in giro a farsi le ossa, salvo Mbaye ancora poco considerato.
Il caso Sneijder è stato figlio di una gestione avventurosa, ma anche di un campionario delle furbate da parte dell'olandese. Pure la presenza a San Siro va inquadrata in tal senso. Pensate se l'Inter non avesse segnato e vinto, cosa si sarebbe scatenato? Cassano ha dato segnali di nervosismo, l'ostentato saluto a Sneijder era una conferma. L'olandese è suo amico, oltre ad essere un tipo simile a lui anche nel modo di intendere calcio.
L'Inter ha capito le complicazioni di un più lungo tira e molla. Il timore della società, soprattutto dopo le dichiarazioni titubanti di Sneijder, riconduce all'idea di tempi lunghi. In fin dei conti il mercato si conclude a fine gennaio. Più lunga l'attesa, più difficile cercare un altro giocatore, più difficile affrontare le questioni economiche. E la squadra sempre a galleggiare nel mezzo. Dice l'ufficialità che l'olandese ha conservato buoni rapporti con tutti: ma quando si tratta di andare al ristorante! Lo spogliatoio gradisce molto meno le bizze che danneggiano il rigor di squadra e il lavoro in una stagione già difficile. L'olandesino poteva essere una risorsa nerazzurra, si è rivelato una palla al piede. In Europa lo hanno capito in tanti e non sono arrivate le offerte dai grandi club.
Oggi l'Inter ha terribilmente bisogno di rinforzare la rosa. Schelotto è in attesa e Moratti è stato chiaro: «Sono cose che stiamo seguendo con la giusta calma». Il costoso Paulinho potrà arrivare soltanto dopo aver incassato gli euro per Sneijder.
Il caso Cassano, invece, è stato annacquato da tutti, tranne che dal protagonista. All'Inter conoscono bene la storia del giocatore e quando cominciano i nervosismi partono i guai. Moratti non ha molta voglia di reggere le bizze e ci metterebbe poco a ricordargli la via della porta. Non oggi, ma a fine stagione. Ieri ha minimizzato: «Ho visto mille giocatori uscire in quel modo, mi sembrano cose di poca importanza». L'impegno di Cassano non è discusso e nemmeno il legame alla causa. All'Inter non hanno ancora dimenticato Balotelli, e da allora non c'è altro che possa far paura. Supermario è stato un vaccino ad alto potenziale.
Però sanno anche che, quando si spegne la luce di Fantantonio, c'è poco da riparare. Cassano, a Udine, aveva dato segni di nervosismo con Guarin.
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