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Il sogno di Leclerc rimbalza contro un muro di gomme

Errore fatale e schianto quando era in testa e la sua Ferrari la più veloce. L'urlo disperato: "Nooo!"

Il sogno di Leclerc rimbalza contro un muro di gomme

Questa volta la macchina c'era. Ed era la più veloce in pista. Ha tradito il particolare che sembrava il più affidabile, quello sul quale tutti avrebbero scommesso ad occhi chiusi. Charles Leclerc ha interrotto il suo sogno e quello di milioni di tifosi ferraristi contro un muro di gomme all'esterno della curva 11 al 18° giro. Ha lanciato un urlo agghiacciante in mondo visione quando non sapeva di avere il microfono aperto. Poi dopo esser stato una mezzoretta chiuso nel motorhome si è presentato davanti ai microfoni di Sky per prendersi tutte le colpe. «È inaccettabile. Se a fine anno perderemo il campionato per 32 punti sapremo di chi sarà la colpa: mia e dei punti che ho perso qui e a Imola». Non cerca scuse, non cerca alibi. «Tutti stavano spingendo. Non solo io. Ma io ho sbagliato». L'unica cosa che non ha funzionato sulla sua Ferrari è stata la retromarcia che non è riuscito a inserire dopo il botto quando ha tentato di tornare in pista: «Ma non focalizziamoci su questo. Il problema è stato il mio errore».

Ora il distacco da Max, comodo vincitore per la settima volta in stagione, è salito a 63 punti. La situazione è aritmeticamente molto complicata («ma non impossibile», dicono Charles e Binotto) anche se in pista si è vista una Ferrari che senza errori (e senza la penalizzazione di Sainz al via) avrebbe potuto chiudere con un trionfale uno-due. Il problema resta il solito. La Ferrari del sabato è imbattibile, quella della domenica perde tutto il tesoretto. Leclerc tra il sabato e la domenica ha perduto 91 punti per la mancanza di affidabilità della sua Ferrari e per colpa sua. L'errore di ieri ricorda quello di quattro anni fa di Vettel in Germania quando andò a sbattere mentre era in testa al mondiale e alla gara. Non si è più ripreso da quel crash. Leclerc ha già in mente la vendetta. Lo racconta Mattia Binotto: «Ha tutta la nostra fiducia. Ha già ritrovato il sorriso e ora puntiamo alla doppietta in Ungheria. La macchina c'è e c'era anche in Francia dove gestivamo le gomme meglio della Red Bull».

Sainz, diciannovesimo al via, ha chiuso al quinto posto portando via a Perez il punto del giro veloce. È stato protagonista di due sorpassi straordinari, il primo su Russell all'esterno di Signes, il secondo su Perez aggredito nelle ultime curve passato in rettilineo. Prodezze poi annullate da un ultimo pit stop (con 5 di penalizzazione per una ripartenza pericolosa durante il primo pit). Uno stop discusso, ma giustificato dalla Ferrari con il fatto che ormai non aveva più gomme per arrivare in fondo.

Senza Charles che stava volando via, Max ha ripreso in mano la gara e l'ha gestita con una certa comodità. Ormai corre da professore. Non prende più rischi inutili e porta a casa il massimo ogni volta. Dietro a lui sono salite sul podio le due Mercedes. Hamilton, distrutto dal caldo, ha festeggiato così la sua trecentesima gara. Russell ha beffato un Perez un po' spento alla ripartenza dopo una Virtual Safety Car. Sinceramente senza l'errore di Charles e la penalizzazione di Sainz non ci sarebbe stata gara per nessuno di loro. Ma in Formula 1 vince chi arriva in fondo davanti a tutti.

Non chi parte davanti.

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