Molte ombre, qualche luce e alcune spiegazioni. Il Milan, ultimo nel girone di Champions, può coltivare rimpianti, non certo rimorsi, senza trascurare il futuro, tutto da rilanciare nei prossimi giorni. L'analisi di Stefano Pioli è una spiegazione strategica della serata di discutibile resa da parte dei suoi: «Abbiamo giocato troppe palle indietro invece che puntare su Ibra». Sono mancati il coraggio e l'ambizione che deriva anche dall'abitudine a giocare certe sfide di livello straordinario. Ecco il primo dato emerso dalla notte dell'illusione durata appena 7 minuti: Ibra è rimasto isolato, abbandonato dal gioco dei suoi oltre che dalla bravura delle sentinelle inglesi. A seguire c'è il contesto più generale della levatura del calcio italiano nei confronti del Liverpool che pure ha schierato numerose seconde linee per prepararsi al prossimo sprint (5 partite in 14 giorni) in Premier league. Fabio Capello ha sintetizzato con metafora automobilistica la vicenda: «È stato come vedere una formula uno contro una formula due».
Il paragone rende l'idea specie se si riannoda il filo della prova milanista recuperando i giudizi più appropriati attribuiti ad alcuni discussi protagonisti. Maignan è senza censure sui due gol subiti. Piuttosto sul primo Theo Hernandez, scadente da tempo, è rimasto piantato sull'erba senza preoccuparsi della presenza di Salah. Kessiè ha dimostrato ancora una volta a livello internazionale che le sue richieste economiche sono incompatibili col rendimento. Se Krunic (dopo Tonali spremuto come un limone) è stato uno dei pochi positivi, allora qualche domanda bisognerà farsela. Eppure Pioli è convinto che «questa esperienza servirà» così come è servita la precedente in Europa league. A confermare la bontà della strada tracciata, c'è però l'opinione di Klopp, l'istrionico allenatore dei Reds che si è congedato da San Siro con una denuncia e un pronostico. «Questo stadio merita un terreno migliore» la segnalazione. «Mi piace il progetto del Milan, tra qualche anno ne risentirete parlare» il pronostico. Ma per rendere questo insuccesso meno doloroso, adesso c'è bisogno di provvedere a cementare le strutture tecniche del gruppo ridotto a pezzi da infortuni e gravi traumi. Paolo Maldini ha già dato per scontata la ricerca di un difensore centrale affidabile in grado di sostituire il danese. Servirebbe un altro Tomori che pure alla fine della serata si è disperato per il pallone sbucciato in uscita e che ha dato vita al raddoppio del Liverpool. Altri avrebbero dovuto farlo, non certamente lui che fin qui è stato un pilastro dell'impalcatura difensiva rossonera.
Dal girone di Champions il club ha complessivamente incassato 45,17 milioni di euro. A questa cifra, potrà essere aggiunta una quota eventualmente derivante dalla eliminazione di una squadra italiana agli ottavi. 50 milioni da investire non sono proprio noccioline.
L'esigenza primaria di Pioli è quella di recuperare la rosa al completo da gennaio in avanti ma poiché mancheranno nel mese di gennaio Kessiè e Bennacer per la coppa d'Africa, un pensierino a irrobustire il centrocampo può e deve essere fatto.
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