di Franco Ordine
Il nuovo mostro del calcio italiano ha origini romagnole, ha sposato una foggiana doc e ama perdutamente il mare di Peschici dove è solito trascorrere le sue vacanze minimal. Il nuovo mostro del calcio italiano si chiama Delio Rossi ed è tutt'altro che un dottor Jekyll, una persona mite capace di trasformarsi in un attaccabrighe, o peggio ancora in un mazzolatore di calciatori inadempienti come venne classificato dopo il burrascoso precedente di Firenze. Qui non bisogna essere intimi di Delio Rossi e della sua famiglia per far sapere al calcio italiano che questa è l'ennesima fregatura rifilata a spettatori e lettori. È vero, Delio è un tipo sanguigno. E come tutti i tipi sanguigni e genuini, che poi non sono capaci di far del male a una mosca, se viene offeso, e offeso in pubblico, dinanzi a telecamere e cornice di pubblico, reagisce. Senza armarsi di bastone, oppure meditando chissà quale vendetta, tremenda vendetta, ma reagisce in modo naturale e spontaneo, persino goliardico, alzando al cielo di Marassi il dito medio per replicare all'insulto secco di Nicolas Burdisso. Ed è curioso che, come in tutte queste vicende dove l'ipocrisia è sempre in agguato, uomini fatti e leali, tipo Daniele De Rossi, abbiano segnalato il cattivo comportamento del maestro Delio Rossi e non abbiano speso neanche una parola per l'insulto rivoltogli dal sodale Burdisso. Gli allenatori devono incassare e zitti, i calciatori no: loro possono offendere. Proprio De Rossi ha titoli per capire la reazione di Delio Rossi a cui chiedono, professionalmente, solo di compiere prodigi. Di rilanciare la Lazio di Lotito, di rimettere ordine nella Fiorentina, di convivere felicemente con Zamparini dopo aver trascinato il Palermo in finale di coppa Italia, oppure di tirare fuori la Samp dai gorghi della retrocessione. È ancora più avvilente leggere filippiche per la bugia raccontata dal mostro di Peschici a fine partita. Già, sulle prime, Delio ha detto «cose di campo». Incalzato ha negato il gesto del dito. E giù bacchettate: le bugie non si dicono. Si sa, nessuno ne ha mai raccontata una! Sepolcri imbiancati.
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