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Solo Var al derby d'Italia. L'Inter stende la Juve e non scuce lo scudetto

La tecnologia "vede" rigore su Dumfries: Szczesny ne para uno ma si deve rifare e Calha segna

Solo Var al derby d'Italia. L'Inter stende la Juve e non scuce lo scudetto

Un colpo di doppio Var regala all'Inter un successo in casa della Juventus che mancava da quasi dieci anni, da Stramaccioni nel novembre 2012. Un rigore battuto due volte da Calhanoglu sempre con l'ausilio della tecnologia ad aiutare l'arbitro. Non poteva che essere così Juve-Inter, partita dura con una scia di veleni. Va in scena una sorta di capovolgimento di ruoli di quanto visto spesso in passato: la Signora è sempre sul filo dei nervi, Allegri si straccia le vesti (solito lancio del cappotto al rigore), mentre l'Inter ostenta la calma dei più forti. Adrenalina pura, senza prestazione, per i campioni d'Italia nella volata scudetto, mentre i bianconeri si fermano dopo sedici risultati utili di fila e si devono guardare le spalle dal ritorno della Roma. È una sentenza sulla gestione Allegri, che non ha vinto uno scontro diretto con Milan, Inter e Napoli e solo un anno fa, proprio il 3 aprile, guardava il derby della Mole con Agnelli a Forte dei Marmi e «diceva» che la squadra era allenata male. Adesso perde un derby d'Italia anche giocato meglio degli avversari, ma è una sentenza su una stagione in cui gli resta solo la coppa Italia.

La Juve sceglie l'attacco pesante Morata e Cuadrado con Dybala e Vlahovic. L'Inter è quella classica con il rientro di Brozovic. Parte forte la squadra di Allegri, quella di Inzaghi contiene. Le note di Imagine contro la guerra in Ucraina durano lo spazio di un coro, «uccidete quei b...», poi il derby d'Italia è più calci che calcio. Ne fa le spese Locatelli che va ko dopo un colpo in pieno volto di Lautaro Martinez, che rischia anche il rosso in un'altra occasione. In mezzo la traversa di Chiellini e una testata di Skriniar, due difensori i più pericolosi fino all'ultimo minuto del primo tempo. Un tocco di Morata su Dumfries è intercettato dal Var, per intenderci lo stesso tipo di contatto tra lo stesso olandese e Alex Sandro che all'andata portò al rigore del pareggio di Dybala. Poi è il caos: Szczesny para il rigore di Calanhoglu; sulla respinta la palla finisce in rete ma l'arbitro annulla per fallo; il Var interviene di nuovo e vede un'invasione di De Ligt e fa ripetere il rigore che stavolta il turco ex rossonero segna. Ecco puntuale il veleno nel derby d'Italia, la Juve si ritrova sotto dopo aver giocato meglio, anche se Vlahovic viene innescato poco e male e Dybala all'ultima recita nella sfida da bianconero si vede solo per un sinistro debole ed egoista nel non servire il serbo.

Il centrocampo di Allegri non regge il modulo sbilanciato appena la squadra deve rifiatare, Rabiot non dispiace ma ammonito in avvio come Locatelli è sempre al limite. L'Inter si ritrova avanti con il minimo sforzo dopo un primo tempo infinito che sfiora i 55 minuti. Lo stadio pieno, che ritrova anche i bambini all'ingresso delle squadre, trascina come sottolineato da John Elkann in settimana, ma a inizio impresa non usa mezzi termini per invitare la squadra a tirare fuori il carattere. La Juve preme, Vlahovic sfugge una volta alle maniere forti di Skriniar, ma mette a lato, mentre i nerazzurri vanno solo in contropiede.

Il palo di Zakaria dopo percussione irresistibile certifica la notte sbagliata dei bianconeri che chiudono con un assalto sconclusionato, mentre l'Inter che più cinica non si può si mette alle spalle il periodo peggiore e si rilancia nella corsa scudetto.

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