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Sos del Notts County, la Juve ricambia dopo 117 anni

Nel 1902 il club inglese diede le maglie ai bianconeri. Ora, in difficoltà, ha chiesto aiuto alla Signora

Domenico Latagliata

Torino A maggio, come non era mai successo nei suoi 131 anni di storia, il Notts County è retrocesso in National League. Ovvero tra i dilettanti, abbandonando il mondo professionistico per la prima volta dalla sua nascita.

Adesso, altri guai sono in arrivo. Meglio: sono già arrivati. Mettendo in ambasce il club che fino a qualche mese fa si fregiava del titolo di club professionistico più antico del mondo, visto che aveva sempre giocato in Football League. In sostanza, il club inglese ha un debito con il fisco di 250.000 sterline e il fallimento è più o meno dietro l'angolo. Così, tra le varie iniziative nate per evitare il de profundis, si è registrata anche quella della parlamentare laburista Lilian Greenwood, la quale ha invitato anche la Juventus a intervenire.

Il motivo? Presto detto: quando, nel 1902, la Signora (in rosa) decise di rivolgersi al mercato inglese per comprare divise di buona qualità, Tom Savage - giocatore e socio juventino - organizzò una spedizione di magliette direttamente dalla sua città di origine, Nottingham. La divisa a strisce bianconere divenne così la medesima per entrambe le formazioni, in una sorta di gemellaggio che nel 2011 venne ri-celebrato in occasione dell'amichevole disputata nel giorno dell'inaugurazione dello Stadium. Con queste premesse, in Inghilterra speravano che la Juve potesse dare una mano al Notts County («con magliette nuove per la prossima stagione, per esempio: chiedere non costa nulla») ed era già partita una petizione online per aiutare i bianconeri d'oltre Manica. A conferma del legame speciale tra i due club, il club di Andrea Agnelli si è mosso subito. Problemi di sponsor hanno impedito un intervento diretto della Signora, ma il solo interessamento ha fatto sì che la Puma decidesse di fornire gratuitamente le divise.

Nel frattempo, la Juventus ha chiuso senza entusiasmare la sua tournée asiatica pareggiando 3-3 (senza Ronaldo) contro una selezione coreana. Sarri ha subito spiegato che «non è il momento di fare bilanci, nei prossimi dieci giorni avremo tempo e modo di allenarci per bene senza fare partite»: la fase difensiva non ha comunque fin qui mai funzionato (sette gol presi in tre partite) a dovere e il lavoro non mancherà di sicuro.

Quanto al mercato, si sfoglia la margherita Dybala (il Tottenham insiste) e si cerca di piazzare Mandzukic, apparso in questi giorni svogliato e poco coinvolto: in divenire, rimanendo alle uscite, anche le situazioni legate a Higuain e Kean, mentre su Chiesa e Icardi bisognerà avere pazienza.

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