Spalletti spegne le voci: «Conta solo il Sassuolo»

Né futuro né goleade. Il tecnico vuole attenzione solo sugli emiliani: «Per noi una semifinale»

Matteo Basile

Tra presente e futuro, sia immediato che più lontano. È un Luciano Spalletti a 360 gradi quello che si presenta alla Pinetina alla vigilia della sfida casalinga contro il Sassuolo. Tra voci, trattative, programmi e ambizioni, ci sono le ultime due gare di campionato che valgono la Champions league. E se tutti pensano già all'ultima con la Lazio, un vero e proprio spareggio, stasera c'è il Sassuolo. «Una semifinale», chiosa Spalletti che non vuole sentire chiacchiere, soprattutto quelle relative all'ipotesi goleada che la sua Inter doverebbe fare con gli emiliani per migliorare la differenza reti nei confronti della Lazio.

«È importantissimo vincere. Sento fare discorsi distanti dalla realtà del calcio. Chi pensa alla goleada probabilmente non ha mai praticato questo sport. Nel mondo del calcio si parla sempre di rispetto e alludere a goleade è assolutamente irrispettoso. Per cui bisogna voler giocare nel modo giusto e vincere almeno uno a zero». Senza Gagliardini e con Miranda in dubbio Spalletti vuole i tre punti: «Questo campionato è stato un lungo torneo e domani (oggi, ndr) è la seconda partita più importante prima della sfida finale contro la Lazio. Ma sono contento di ciò che i ragazzi mi fanno vedere. Mi sembra sia nelle condizioni di piacere a un pubblico che di calcio se ne intende come quello interista. Ci sono stati momenti difficili, ma siamo vicini all'essere una squadra molto forte».

Già tempo di bilanci quindi: «L'anno scorso l'Inter aveva sedici punti in meno della Roma e in generale molti meno delle altre. Ora i numeri raccontano un trend decisamente differente. Secondo me il lavoro della società e della squadra merita una sufficienza piena».

Ma qualcosa andrà cambiato, specie sul mercato, evitando la girandola di nomi che ha caratterizzato la sessione estiva e quella invernale. Ora per l'Inter conta solo il Sassuolo per dare un altro senso alla stagione, anche grazie alla carica dei 70mila di San Siro.

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