E dunque diciamolo: chissenefrega. Chissenefrega se Fabio Fognini è quello capace di insultare avversari, arbitri e perfino il papà a bordo campo, spaccare racchette e prendere multe record, mangiarsi svogliatamente le unghie davanti ai giornalisti come segno di insofferenza alla categoria ed alle sue domande. Chissenefrega di tutto ciò, se alla fine Fabio - più di Fognini - dimostra di essere il talento del nostro tennis, l'unico forse capace di accendere la lampadina com'è successo l'altra notte, agli Us Open, davanti ad un Nadal sempre più sbiadito ma pur sempre Rafa Nadal. «Non ho mai mollato, sapevo che stavo giocando bene» e sembra facile quando Fabio te lo dice così, ma se ora raccontiamo che Rafa era avanti due set a zero e 3-1 nel terzo chi mai ci crederebbe conoscendo Fognini? «Eppure, davvero, ci credevo. Anche se quando sei sotto di due set con lui devi solo andare a Lourdes». Ci ha creduto Fabio.
E allora, per spiegare quanto accaduto al terzo turno di New York bisogna mettere mano ai libri sacri del tennis: rimontare due set a Nadal (per la cronaca 3-6, 4-6, 6-4, 6-3, 6-4 il punteggio) è un'impresa praticamente impossibile, visto che fino a venerdì sera ci era riuscito solo uno. Ovvero Roger Federer. Eppoi: Nadal non usciva così presto da un torneo dello Slam da 10 anni, cioè da quando era ancora un grande futuro e non - probabilmente - un fantastico passato. E infine praticamente non aveva mai perso quattro servizi di fila, com'è si è visto nel set decisivo. «Eppure cosa devo dirvi: l'ha vinta lui, non l'ho persa io», ha detto alla fine Rafa con l'aria mesta che da un po' lo accompagna in giro per il mondo. Quindi, Fabio: come l'hai vinta? «Avevo ben chiaro cosa fare in campo: dovevo rischiare. È stata una gran bella vittoria pure dal punto di vista mentale, ho gestito bene le sensazioni, le emozioni in campo, i momenti delicati: sapevo che il mio rovescio un po' piatto in diagonale gli dava fastidio e allora l'ho fatto. Una goduria...». Già, una felicità incredibile, perché era già successo che Fognini battesse Nadal, quest'anno due volte prima di questa. Ma questa è la più speciale: «Il match più bello della mia vita».
Erano insomma quasi le due di notte a New York quand'è finito, Andreas Seppi aveva intanto già perso come sa far lui - ovvero a testa alta - contro Re Djokovic, e già in molti si chiedevano cosa sarebbe successo poi, cioè domani, contro Feliciano Lopez: «Bella domanda questa: è uno che fa giocare male tutti, serve benissimo e ha un tennis anomalo che dà molto fastidio. Ma soprattutto: le altre volte che ho battuto Nadal, a Rio e Barcellona, la partita dopo ho perso...». In fondo, come ha detto Mats Wilander, questa sarebbe una cosa normale, un cosa da Fognini. Ma chissenefrega: da venerdì notte questo è diventato il torneo di Fabio.
AVANTI FLAVIA.
Anche Flavia Pennetta segue il suo fidanzato nel tabellone dgli ottavi: la brindisina ha battuto la Cetkovska 1-6, 6-1, 6-4. Fuori Sara Errani con la Stosur (7-5, 2-6, 6-1). Tra gli uomini senza problemi Federer (6-3, 6-4, 6-4 al tedesco Kohlschreiber).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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