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Sport chiuso per virus: salta Juve-Milan

Semifinale di Coppa Italia rinviata. L'ipotesi: eventi sportivi senza tifosi per trenta giorni

Sport chiuso per virus: salta Juve-Milan

Se l'Italia e il mondo dello sport erano nel caos, da ieri la situazione è ancora peggiorata. L'allarme Coronavirus sta condizionando il nostro quotidiano e, inevitabilmente, anche il calcio e la serie A in particolare. Il caos regna sovrano: ipotesi, scelte e polemiche si susseguono di continuo. Andiamo con ordine.

Solo nella serata di ieri si è deciso il rinvio a data da destinarsi della gara di coppa Italia tra Juventus e Milan prevista per questa sera a Torino. Un rinvio deciso dopo il vertice che si è tenuto in prefettura e che ha sancito lo stop a tutte le manifestazioni sportive previste in Piemonte. Decisione arrivata al termine di una riunione fiume in prefettura a Torino, con il questore De Matteis, il prefetto Palomba, l'assessore regionale allo Sport Ricca, il collega alla sanità Icardi con la sindaca Appendino. In collegamento anche la Lega calcio Serie A e il ministero dell'Interno a cui è spettata l'ultima parola. Inizialmente si pensava a una partita con il pubblico, con divieto per i soli tifosi in arrivo da Lombardia e Veneto. Successivamente si era ipotizzata una gara a porte chiuse, per evitare assembramenti di pubblico che avrebbero potuto favorire un eventuale contagio, ma in serata è emersa la disposizione ancora più drastica. Non si gioca. Un guaio, grosso, con il rinvio di un'altra partita in un momento in cui tra polemiche e litigi, si stanno facendo i salti mortali per trovare date utili e soluzioni ad hoc per i recuperi di quelle già rinviate. Ma il caos è destinato ad aumentare ulteriormente.

Perché questo rinvio? Per prudenza. Ma non solo. Perché tra le proposte del Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte c'è anche quella di evitare per 30 giorni manifestazioni, comprese quelle sportive, che comportino l'affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Se approvata la proposta potrebbe integrare il decreto del primo marzo e che sarebbero da adottare in tutto il Paese. Una misura drastica ma col fine di tutelare quanto più possibile la salute pubblica. Ed è in attesa di eventuali decisioni governative, si è appunto deciso per il rinvio di questa sera.

E adesso, che succede? Tutto è ancora in fase embrionale ma, allo stato attuale, lo scenario più probabile sembrerebbe quello di disputare tutte le gare regolarmente ma solo e soltanto a porte chiuse, per evitare contatti tra migliaia di persone. Decisione che, a livello sportivo, di fatto metterebbe tutti sullo stesso piano a livello nazionale evitando il caos, per esempio, verificato nell'ultimo turno in cui alcune gare si sono svolte come nulle fosse e altre, tra cui l'attesissimo Juventus-Inter, sono state rinviate proprio per evitare l'assenza dei tifosi. Ci sarebbe poi anche un'altra soluzione, ancora più drastica e al momento da relegare nel campo delle eventualità remote, ovvero niente partite. Uno stop forzato per un mese che comporterebbe uno scenario senza precedenti con ipotesi anche di annullamento degli stessi campionati che, con gli europei previsti per giugno, non avrebbe sufficienti date utili per fare il suo corso. Il che comporterebbe uno scenario senza precedenti con ipotesi anche di annullamento degli stessi campionati con conseguenze al momento impensabili. Si naviga a vista, si attende. Si deciderà. Si convive con il caos, come con il Coronavirus.

Nella speranza di avere le conseguenze meno gravi possibili.

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