C'è una immagine che può risultare una sorta di bigliettino da visita del nuovo, giovanissimo Milan, pieno di entusiasmo, di primati (chiuso il girone H dell'Europa league da primo e con una sola sconfitta in 9 gare, preliminari compresi). Ripresa lungo il viaggio di ritorno da Praga, in piena notte, testimonia di che pasta è fatta Jens Petter Hauge, classe 1999, la stessa di Gigio Donnarumma, costato una cifra irrisoria (5 milioni), seguito dagli osservatori di casa Milan prima ancora di prodursi in quella esibizione convincente col Bodoe Glimt che gli valse come una promozione sul campo. Visto e acquistato nel giro di qualche giorno.
Hauge, al suo quarto sigillo in stagione tra coppa e campionato, invece di bearsi dell'ultima impresa balistica realizzata a Praga, ha stupito tifosi e la comunicazione del Milan i quali l'hanno ammirato mentre, concentrato su libro e quaderno, completava alcuni compiti stabiliti dall'insegnante di italiano che l'ha preso in cura. Questo è il Milan che con una banda di ragazzini (e tra questi ben quattro nati negli anni Duemila: Colombo, Daniel Maldini, Kalulu e Tonali) può anche sbancare Praga e imporre il proprio marchio calcistico di fabbrica con esponenti che fin qui hanno poco frequentato il campionato. Tra questi, ad esempio, c'è Dalot, portoghese in arrivo dal Manchester United in prestito secco, che ha ricevuto la segnalazione dell'Uefa per la formazione ideale dell'ultimo atto del girone, prima dei sedicesimi di finale a cui il club rossonero può presentarsi da testa di serie, così come capitava ai tempi del Milan berlusconiano nell'urna della Champions che è il prossimo, dichiarato obiettivo.
Oltre al portoghese, a catturare l'occhio di critica e tifosi, c'è stato il debutto da difensore centrale di Kalulu, proveniente dal Lione e in un primo momento destinato alla primavera ma già maturo e pronto invece per essere inserito, a pieno titolo, nel gruppo di prima squadra. Da apprezzare la sua velocità nel recupero che è una qualità estranea alle caratteristiche dell'attuale quartetto rossonero (Kjaer, Romagnoli, Gabbia, Duarte) a disposizione di Pioli. Kalulu e Dalot (da riscattare nella prossima estate) costituiscono la concorrenza per Calabria e Hernandez, due che viaggiano in queste settimane a cento all'ora. Sempre a Praga il primo dei recuperi preziosi è quello di Leao che in una intervista di qualche giorno prima, parlando del contributo di Ibra, ha spiegato: «Quando c'è lui in campo senti di poter battere chiunque».
Dev'essere la stessa sensazione provata da Stefano Pioli, anche lui sotto i riflettori dei media grazie a questa striscia strepitosa di risultati.
Interrogato sul proprio curriculum al quale mancano i successi, la sua risposta è una conferma della chimica che si sta realizzando a Milanello. «Per vincere- ha dettato - devi avere la squadra adatta. E io penso di essere nel posto giusto al momento giusto».
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