Lo Squalo e la sua preda "Giro adatto a Quintana ma io voglio fare il tris"

Il siciliano può eguagliare Gimondi: «Bisogna osare, il colombiano non è imbattibile...»

Lo Squalo e la sua preda "Giro adatto a Quintana ma io voglio fare il tris"

Alghero L'uomo senza espressione ha fatto l'identikit del suo diretto avversario. L'uomo che si nasconde, non fa nulla per celare le proprie ambizioni, ma Nairo Quintana sa che per puntare alla sua seconda maglia rosa della carriera deve fare i conti con Vincenzo Nibali, il 32 enne siciliano che sogna dal canto suo di centrare il triplete rosa, che andrebbe ad aggiungersi a Tour e Vuelta e gli permetterebbe di eguagliare Felice Gimondi.

«Quintana ha detto che io sono l'avversario che più teme? Lo ringrazio, ma penso che ce ne saranno molti altri spiega il siciliano -, anche se il punto di riferimento della corsa rosa rimane chiaramente lui».

Credi che sia battibile?

«E chi non lo è?».

È un Giro durissimo, molto adatto a uno scalatore puro come il colombiano.

«È proprio così, sarà un Giro faticoso, come quello che nel 2011 vinse Contador e che poi, per complesse vicende di doping al Tour, gli tolsero e finì a tavolino a Michele (Scarponi, ndr), con il sottoscritto che dal terzo risalì al secondo gradino».

Non sarà facile correre senza Michele in gruppo.

«Non sarà facile per nessuno, ma abbiamo il dovere di onorarlo disputando una bella corsa, col sorriso sulle labbra, perché avrebbe voluto così».

Come un anno fa, quando s'immolò alla causa, per aiutarti a vincere il tuo secondo Giro.

«Pinerolo-Risoul, 19ª tappa. Io in classifica generale sono quarto a quasi 5 minuti dell'olandese rosa Steven Kruijswijk. Secondo a quasi 3 minuti il colombiano Chaves, poi terzo Valverde. Dopo 80 km di pianura, ecco il Colle dell'Agnello, il punto più alto di quel Giro. Michele entra nella fuga di giornata con altri 27. Poi parte e quella cima la conquista da solo. Alle sue spalle, intanto, rimaniamo in tre: il sottoscritto, Chaves e la maglia rosa Kruijswijk. All'inizio della discesa il colpo di scena: cade l'olandese. Io resto davanti con Esteban. C'è da guadagnare su Kruijswijk ma se voglio vincere il Giro c'è anche da staccare Chaves. Martino (Beppe Martinelli, il ds dell'Astana, ndr) mi chiede se voglio che Michele si fermi. Io gli dico di no, che non è giusto privarlo di una vittoria di tappa così prestigiosa. Poi mi dicono: Enzo, Michele ti aspetta. Ho ancora davanti ai miei occhi la sua faccia, sorridente e divertita: Squalo, mettiti dietro che si va a vincere il Giro».

Hai visionato tutte le tappe?

«Molte le conoscevo già, altre sono andate a vederle. Solo la tappa che finisce sul Blockhaus non conosco. Volevo andare a provarla quando sono andato ai funerali di Michele. Ma su c'era troppa neve e poi volevo stare un po' con Anna (la vedova Scarponi, ndr), e ho rinunciato».

Quali saranno le tappe più temibili?

«Tutte. È un Giro che bisogna correre con massima attenzione, dall'inizio alla fine. Non occorre avere una giornata di grazia: secondo me premierà la regolarità».

L'Etna arriva troppo presto?

«Arriva dopo solo tre tappe e un giorno di riposo. E sappiamo quanto siano difficili le tappe che arrivano dopo il riposo».

Quanto peseranno le cronometro in questo Giro?

«Tanto, molto, soprattutto quella di Montefalco, che arriverà dopo il tappone del Blockhaus».

Bahrain Merida: squadra nuova. Sarà all'altezza?

«Siamo un bel gruppo, con Paolo Slongo - il nostro preparatore - abbiamo svolto un grande lavoro. Siamo una squadra giovane e ambiziosa. Dicono che non siamo all'altezza? Bene, sarà un motivo in più per metterne a tacere molti. Il Principe Nasser bin Hamad Al Khalifa è entusiasta del nuovo Team Bahrain, l'ha voluto fortemente e vogliamo ripagarlo con una grande prestazione».

Vi ha chiesto la maglia rosa?

«Ci ha chiesto di fare il meglio possibile. Vuole che si sia protagonisti fino alla fine. È ambizioso, ma anch'io, anche noi lo siamo. Non ci sarà Navardauskas, ma con Agnoli, Pellizotti, Boaro, Siutsou, Moreno, Pibernik, Gasparotto e Visconti facciamo un gran bel gruppo».

Quintana l'uomo da battere: e l'outsider?

«Landa. Vedrete, a livello mentale ha qualche pensiero di troppo, ma se si libera sono dolori per tutti».

Pinot, Thomas, Mollema, Dumoulin, Kruijswijk, Van Garderen, Zakarin, Adam Yates, Rui Costa, Dennis, Jungels, Formolo, Pozzovivo e via elencando. Facciamo prima a dire chi non c'è.

«È un'edizione stellare, dove si dovrà tenere gli occhi ben aperti. Tanti pretendenti, molte le variabili».

Meglio o peggio?

«Meglio. Più variabili ci sono, meglio è per la corsa, ma anche per me. L'importante è che non prevalga la paura, altrimenti Quintana ha già vinto. Bisogna osare per sperare di poter vincere».

Ci vorrebbe uno come Scarponi.

«Sì, ci vorrebbe proprio».

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