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"Stava già male, doveva ascoltare i medici"

Il belga De Gendt vince dopo dieci anni e critica duramente Colbrelli

"Stava già male, doveva ascoltare i medici"

Napoli. Ci sono corridori che pensano solo a vincere, e una stragrande maggioranza che, oltre a vincere, è specializzata a farti perdere. Questo, forse, non l'ha completamente compreso Mathieu Van der Poel, uno dei corridori più forti del mondo, spesso vittima della sua forza e della sua foga. A noi, appassionati di ciclismo, va solo bene: evviva corridori come lui! Evviva la battaglia!

Poi c'è il resto del plotone, che pensa a vincere e, all'occorrenza, farti perdere: come ieri, che ricorrono e mettono nel sacco l'olandese volante. Alla fine è un film già visto: il più forte perde, con tutto il rispetto di chi nella sostanza taglia per primo il traguardo: Thomas De Gendt. Alle sue spalle, la piccola Italia che insegue e non si arrende. Ieri un secondo posto, miglior risultato in questo Giro, con Davide Gabburo, veneto della Bardiani Csf, piccolo grande team di casa nostra che festeggia quest'anno i 40 anni di attività e non sfigura al cospetto dei più forti squadroni del mondo.

Sul podio sventola De Gendt, 35 anni, al secondo successo di tappa sulle strade rosa: il primo, dieci anni fa sullo Stelvio, che gli valse anche il terzo posto nella classifica finale. Uomo da corse a tappe, ma soprattutto innamorato della bici: celebri i suoi raid fuori stagione, compreso un ritorno a casa pedalando dopo il Lombardia. Celebri potrebbero diventare le parole pronunciare ieri dal belga e indirizzate al nostro Sonny Colbrelli, il bresciano vincitore ad ottobre della Roubaix, e ora forzatamente a riposo dopo il blocco cardiaco che l'ha colpito in Spagna un mese e mezzo fa. «Alla Parigi-Nizza Sonny non stava già bene ha detto De Gendt e ha attaccato così a tutto il gruppo la bronchite, continuando ad allenarsi e a correre. Quanto gli è successo al Catalunya non è frutto del caso. I corridori come lui, dovrebbero ascoltare di più il parere dei medici: meglio perdere giorni di allenamento, che avere altri problemi», ha detto il belga della Lotto Soudal dopo aver dato un saggio di forza e intelligenza tattica.

Intanto oggi il Giro sale sul temutissimo Blockhaus, il Monte che fece conoscere al mondo Eddy Merckx nel lontano 1967. Qui il gruppo sarà abburatto: verrà separata la crusca dalla farina.

Tra chi potrà continuare a coltivare il sogno rosa e chi invece, irrimediabilmente, sarà costretto ad abbandonarlo.

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