L'incrocio mai banale tra la Roma e Mario Balotelli - fatto di insulti e calcioni subiti oltre che di vittorie importanti ma non in campionato - questa volta non ci sarà. L'attaccante, dopo essere stato allontanato dal tecnico Grosso dall'allenamento di giovedì per scarso impegno e il confronto con il presidente Cellino il giorno seguente, non è nella lista dei convocati del Brescia per la trasferta dell'Olimpico. La storia si ripete, scene già viste in altre sedi e con altri tecnici. Balotelli resta in castigo e ancora una volta per colpa sua.
L'esclusione era nell'aria già dopo la conferenza stampa della vigilia di Fabio Grosso. «Io pretendo grande ritmo e intensità, quando non succede preferisco cambiare. Lui non lo ha fatto ed è stato fatto da parte», la spiegazione del tecnico di quanto accaduto a Torbole qualche giorno fa. Dichiarazioni che richiamano quelle già espresse da Conte, Mancini, Prandelli, Mourinho e dagli altri allenatori che SuperMario ha incrociato in carriera. «Non mi va né di minimizzare, né di gonfiare quello che è successo. Per me sarà determinante utilizzare tutti, poi io posso arrivare ad un certo punto, mi piacerebbe tanto riuscire ad aiutarlo, ma la maggior parte del lavoro spetta a lui», l'altro messaggio lanciato da Grosso all'attaccante. Che pure ieri si era allenato regolarmente, ma lo strappo era stato troppo grave per passarci sopra. Ecco il provvedimento punitivo, perchè «le scelte vanno fatte nell'unica direzione della squadra», ha detto ancora il tecnico del Brescia.
Già, Brescia. Nemmeno nella sua città Balotelli trova pace. Tanto che nelle ultime ore - anche se non ci sono trattative in corso - si sta facendo largo l'ipotesi di un clamoroso divorzio già a gennaio: le destinazioni possibili la Cina, il Brasile o il Galatasaray, vecchio pallino di SuperMario. Arrivato a casa sua per aiutare il club, attualmente ultimo in classifica, a salvarsi e per convincere Mancini a ridargli una nuova (l'ultima) chance in azzurro. Situazioni che stentano a decollare con evidenti ripercussioni sugli atteggiamenti di Balotelli in campo e fuori.
«Mario ha perso il sorriso dopo Verona», la frase del patron del Brescia Cellino in riferimento agli insulti che lo stavano portando a lasciare il campo. Un campo che rischia di rivedere poco almeno in Italia se continuerà a 29 anni a gettar via la sua carriera.
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