Una sensazione subito dopo pochi minuti: se il Parma fosse riuscito a metterla, la partita si sarebbe chiusa un attimo dopo. Nessuna certezza, solo una sensazione che si è avverata appena Sansone ha infilato Handanovic e il Parma ha raddoppiato su ogni palla e si è affidato alla velocità supersonica di Biabiany per tenere l'Inter lontana. Solo precauzione perché il Parma di pericoli ne ha corsi pochi, un'arma poteva essere il destro di Guarin, figurarsi il resto. Senza offesa, si è rivista l'Inter di Benitez e Ranieri e domenica arriva Gasperini. La squadra di Stramaccioni scivola dietro, manca la seconda opportunità per fare paura davvero, ma qualcuno dirà che resta in scia.
La partita poca roba. Parma coperto e Inter ancora di più, con Cambiasso che varca raramente la linea di metà campo e Guarin che tiene d'occhio Acquah e Valdes prima di pensare ad altro. Davanti Palacio resta largo ma l'Inter sta giocando a una punta come previsto, squadra che ha tantissimo bisogno di recuperare aria dopo aver perso troppi punti proprio mentre la Juve rifiatava e poteva essere raggiunta, perfino superata. La novità dovrebbe essere Alvarez che parte largo a sinistra sulla linea dei cinque di centrocampo ma ha via libera per esprimersi come crede. Dovrebbe suggerire qualcosa di buono ma quando riesce a scendere trova il Parma piazzato e chiuso alla perfezione, Milito in mezzo a due, Palacio impaurito, finisce che porta a spasso il pallone e contribuisce solo ad alzare il possesso palla, broda per conigli. Così non gira, Strama se ne accorge ma non può scoprirsi troppo, se resta così magari se la gioca nell'ultimo quarto d'ora, ma capisce che se va sotto, il Parma si chiude ancora di più e se la gioca con quella freccia di Biabiany che quando vuole salta tutti, Juan Jesus per primo.
Squadra ferma, pochi a proporsi, Alvarez pretende sistematicamente la palla sui piedi e parte regolarmente in dribbling, Palacio non sembra ispirato, Milito ha una voglia da paura ma non riceve. Un tempo senza tirare in porta è il commento più profondo per spiegare il nulla dell'Inter, sempre che non passi per conclusione un colpo di testa di Cambiasso servito ancora di testa da Ranocchia sugli sviluppi di un angolo. Mirante se la trova fra le braccia senza saltare o spostarsi.
Non che il Parma abbia dato spettacolo ma dopo un attimo Samuel col sinistro ha tentato l'autogol costringendo Handanovic all'intervento più pericoloso, comunque l'unica parata vera. Non si vede gran calcio in serie A di questi tempi, si finge entusiasmo per qualcosa che succede sui campi qua e là, ma onestamente siamo ai minimi storici e Parma-Inter sembra la sintesi migliore per spiegare l'attuale pochezza.
Quando al 28' del secondo tempo Stramaccioni decide di interrompere il nulla di Alvarez, abile solo a giocarsela sotto la suola, per dare spazio all'altra grande speranza Philippe Coutinho, l'Inter è sulle gambe di brutto e neppure mezzo minuto dopo cade clamorosamente lasciando spazio a Sansone che scende dalla sua metà campo palla al piede, evita Guarin e chiude la sua fuga con un destro secco sul palo vicino ad Handanovic. A questo punto manca un quarto d'ora scarso, Cassano in tribuna si è infilato il cappuccio, Sneijder è a casa con la sua Yolanthe e Moratti non ha nemmeno un rigore da reclamare. Notte da dimenticare in fretta.
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