nostro inviato ad Appiano Gentile
Se è gratificante per qualcuno, si può tornare su Juventus-Inter e forzare sulla polemica a distanza fra Conte e Cassano per spalmarla come una nuova e ormai secolare lotta di potere fra i due club. In realtà è solo una lite adolescenziale fra due tesserati, annoiante, stucchevole, neanche costruttiva, condita da epiteti vecchi e inviti fuori luogo. Che si telefonino, ma ci lascino in pace, conosciamo abbastanza dell'uno e dell'altro per non ripassare la lezione. Ieri Andrea Stramaccioni ha detto che si è parlato fin troppo della sua squadra dopo la partita allo Juventus stadium, soprattutto non se ne è parlato in termini calcistici. In battuta non sembrava avesse punto ancora: «Ma non venitemi a dire che la vittoria è nata per un loro calo fisico. Qualcuno giudica con equilibrio, altri, quando le cose funzionano, tirano in ballo i difetti dell'avversario. L'Inter ha risposto con Branca in maniera serena, anche se Cassano non ha bisogno di aiuti». Adesso dire che lo Strama ha tirato nuove e ulteriori sciabolate agli Agnelli sembra fuori luogo, a meno che non ci sia ancora qualcuno in giro a chiedersi: ma chi ha cominciato prima?
Tutto questo lascia intendere come la Juve abbia individuato nell'Inter la principale antagonista alla sua riconferma. E dall'altra come l'Inter si stia organizzando per porre fine al suo potere.
Ieri mattinata fredda, anzi gelida ad Appiano. Si è presentato Massimo Moratti, la tredicesima sembrerebbe un'altra di quelle pro Inter, con le avversarie che si scontrano tra loro, più o meno come all'ottava quando la Lazio sconfisse il Milan e il Napoli perse a Torino. L'Inter riceveva il Catania e quel giorno guadagnò bene. «Ma questa è una di quelle partite in cui c'è tutto da perdere. Il Cagliari ha una classifica che gli consente anche di uscire sconfitto da San Siro, giocheranno sereni - ha spiegato lo Strama -. Loro, con tutto il rispetto, possono permetterselo». L'Inter no, ma recupera gente. Samuel e Ranocchia potrebbero scendere subito dal primo minuto e ricomporre la difesa con Juan Jesus. Non dovesse riuscire il recupero a Samuel, retrocederebbe Cambiasso scoprendo però un centrocampo al limite della sopravvivenza, il settore più spoglio nel quale brilla l'assenza di Wesley Sneijder. Non è certo se l'olandese sarebbe stato pronto a pagare di tasca sua pur di giocare contro il Cagliari, è invece sicura la sua esclusione: «Sneijder? Sta molto meglio... Ma ho deciso di non convocarlo». Strama ha sciolto ogni possibile dubbio e segato ogni ipotesi, lascia l'olandese con la sua Yolanthe e ripropone il tridente Palacio, Milito, Cassano. Sarebbe la quarta volta consecutiva in campionato, anche se avverte di non farci l'abitudine: «Non potrò sempre schierarli insieme, o comunque per novanta minuti. Non è possibile e poi dipende da chi affronti, il rischio è di esaltare le caratteristiche dell'avversario». Vale per i tre davanti, e vale per i tre dietro, questo fa dell'Inter una squadra che si avvolge come un domopack all'avversario, per soffocarlo. Non dare riferimenti sembra diventato il must di questa prima parte della stagione che è filata via bene, Europa league guadagnata e poi dominata, è prima nel girone, campionato oltre ogni più rosea attesa, adesso per proseguire occorre tenere alto il ritmo: «Se temo un calo dopo un anticipo della preparazione estiva per i preliminari di Europa league? No. Spero di no, per ora non è un problema, l'Inter negli ultimi dieci minuti chiude in crescita e questo mi sembra il termometro della condizione fisica di una squadra».
Guarin fuori è un'appendice che merita due righe: «Siamo in emergenza a centrocampo e lui darebbe l'anima per giocare. Ma non ha risposto alla convocazione della sua nazionale per infortunio. Correttezza vuole che non sia etico convocarlo». Lo ha detto Strama.
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