«Ho fatto benissimo ad aspettare, dando ascolto a Beppe Bozzo». Andrea Stramaccioni riparte dall'Udinese e, cosa inconsueta, ammette di avere un procuratore, che da sempre segue anche Cassano e altri giocatori di prima fascia. Lì c'è anche la società friulana: da quando Strama era calciatore, nelle giovanili del Bologna, è la sesta realtà italiana, per punti e piazzamenti. «Ha tracciato un modo di fare calcio unico in Europa - spiega il nuovo tecnico bianconero -. Il quadriennio con Guidolin è stato eccellente, presto gli parlerò perché è un maestro, tantopiù per un 38enne come me».
Già ha solo un anno in più di Totò Di Natale. «Uno dei pochi campioni rimasti in A».
Dall'Inter Moratti si è fatto vivo per primo, per gli auguri. «Nella stagione passata a guardare, il momento più brutto è stato il cambio di proprietà. Avrei fatto volentieri a meno di sentire qualche dichiarazione sul mio operato, ma è normale, nella vita di un allenatore». Si riferisce a Mazzarri, che continuamente ricordava il 9? precedente.
La prima scelta era Luigi Delneri, l'accordo però è saltato perché i 63enne friulano voleva il suo staff, anziché lavorare con gli uomini di Guidolin. A Strama invece è stato concesso di portare i propri, più Dejan Stankovic, presente ieri nella sala stampa del Friuli.
Il patron Pozzo parla di salvezza come obiettivo minimo ma poi azzarda: «Un giorno vorremmo vincere lo scudetto». Strama con l'Inter ci aveva provato, a Udine tuttavia perse 3-1 e addirittura per 2-5 nell'ultima giornata, a San Siro.
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