Padrone per una notte, l'Inter batte il Torino e torna in testa alla classifica. Vittoria rotonda (0-3), eppure non semplice. Un primo tempo difficile, di attesa più che di assalto, con qualche rischio di troppo, soprattutto quelle balbuzie di chi di solito non sbaglia gli assoli. Ripresa più efficace, gol manco a dirlo della premiata ditta Thuram-Lautaro, con Calhanoglu che a tempo scaduto fissa le distanze su sacrosanto calcio di rigore (Ilic su Mkhitaryan). Quarta vittoria su 4 partite giocate in trasferta, senza mai subire gol. Merito dell'ingresso di Dumfries, e guai a negarlo anche dell'uscita di Schuurs.
Olandese fuori in barella, disperato e in lacrime, dopo una spallata di Calhanoglu poco più che normale. Si temono guai grossi al ginocchio sinistro, appoggiato male a terra dopo il contrasto. L'arbitro misteriosamente ammonisce Barella. Fin lì, Schuurs aveva giocato benissimo, proprio su Thuram: pulito, puntuale, concentrato, l'esatto opposto di Sazanov, che prende il suo posto e alla prima occasione, su sgasata di Dumfries, concede al francese lo spazio necessario per calciare al volo, di piatto destro, prendendo addirittura la mira.
È il gol che sblocca il risultato, ma di fatto è quello che chiude la partita, tanta è la differenza fra le due squadre. Il resto è conseguenza. Il Torino (che di Toro non ha più nulla da tempo) dà tutto se stesso nella seconda parte del primo tempo, dopo un avvio timido. Un bel tiro di Seck, un colpo di testa di Pellegri: due parate di Sommer, spettacolari più che difficili, ma è proprio il canovaccio di Juric che porta la squadra alla sconfitta.
Uomo contro uomo a tutto campo, come sempre. Ma gli uomini dell'Inter sono più forti, più bravi, più esperti. Nonostante parecchi errori in uscita di Mkhitaryan e Calhanoglu, nonostante il passo stavolta molle di Dimarco, lui sì soffre contro l'ex Bellanova, o il confuso Barella, nel primo tempo la banda Inzaghi addormenta il pallone anziché rischiare, concede solo un po' di campo all'avversario, aspettando la prima occasione utile per sancire le differenze. Il Torino, 9 punti in 9 partite, le ultime 4 senza lo straccio di un gol all'attivo, prima o poi la concede.
In realtà, già l'aveva fatto in avvio, quando Lautaro avrebbe avuto l'occasione per schiodare lo zero a zero, ma ha mancato quasi goffamente l'appuntamento col pallone, sull'invito di Calhanoglu, svariato a destra, proprio per portare fuori zona il marcatore diretto Vlasic.
Il Toro Martinez, l'unico vero toro in campo, si rifà di testa nel secondo tempo, 8 minuti dopo il nuovo gemello Thuram: 11esimo gol del campionato e 32esimo del suo 2023, solo Haaland di meglio di lui in Europa. Aspettando Milan-Juventus, Inzaghi può già cominciare a pensare al Salisburgo.
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