Un fenomeno, semplicemente uno dei più grandi atleti di cui lo sport in questo momento può disporre. Un prodigio di talento e classe applicata al ciclismo, un esemplare da salvaguardare e tutelare, coccolare e cullare, perché nonostante Tadej Pogacar sia sloveno è patrimonio dell'Umanità sportiva: di chi ama il ciclismo e chi no.
Studia da Eddy Merckx questo bimbo di soli 23 anni che, alla sua età, nemmeno il cannibale belga era ancora capace di tali imprese. Due Tour de France, una Liegi, un Lombardia, adesso anche la Strade Bianche, una delle più belle e suggestive corse ciclistiche del mondo. L'aveva confidato ad Ernesto Colnago, tre giorni fa: «Sabato vinco io». È stato di parola, il bimbo.
«Sono felice di questa vittoria ha detto perché questa è davvero ormai da considerare una corsa Monumento, al pari delle altre cinque. È troppo bella, e anche maledettamente dura».
Gli sono bastati 3500 metri di sterrato in salita, nel tratto di Monte Sante Marie, per lasciarsi alle spalle il gruppo. Lo sloveno parte in risposta all'accelerazione del campione del mondo Alaphilippe, vittima a 100 km dal traguardo come Pogacar, di una caduta di gruppo a causa del forte vento, poi Taddeo non si gira più indietro e lo vedranno solo in piazza del Campo.
È sloveno questo prodigioso talento delle due ruote, che infiamma il folto pubblico a bordo strada come se fosse uno di noi.
Alle sue spalle, a 37, secondo l'eterno spagnolo Alejandro Valverde, che a 42 anni ottiene un piazzamento pazzesco, mentre terzo, a 41, il danese Asgreen, vincitore del Fiandre 2021. «Questa è la classica che amo di più. E lo sterrato va amato», chiosa Pogacar. Noi amiamo anche lui.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.