«La Superbike è il futuro In MotoGp resta solo Rossi»

«La Superbike è il futuro In MotoGp resta solo Rossi»

Portare il peso dell'Italmoto non lo spaventa. Marco Melandri va all'assalto del mondiale Superbike che scatta domenica dall'Australia, da Phillip Island. Consapevole delle aspettative ma anche della sua forza. «Nessuna paura, mi sento bene dopo anni. Le responsabilità non sono un problema. Anzi, sono una spinta perché so che ho la possibilità di fare qualcosa di positivo».
La Bmw ha un cervello tedesco, ma un'anima italiana e come base Milano. Siete pronti?
«Il pacchetto è buono. Rispetto all'anno scorso siamo molto più avanti. Per quanto riguarda la spalla che mi ha tormentato durante l'inverno la situazione resta complicata: forse dopo l'Australia mi opero. Sono fiducioso, possiamo fare meglio e se si pensa che sono quello che ha vinto più gare nel 2012…».
Un'occasione sprecata l'anno scorso?
«Sfortuna ed errori. Nel finale di stagione nel team la situazione era difficile. Purtroppo è successo tutto nel momento sbagliato».
Adesso l'obiettivo è il titolo iridato, vacante perché il campione in carica si è ritirato…
«Tutte le storie finiscono, vale anche per Max Biaggi… Io sono concentrato su me stesso».
Biaggi farà il commentatore e in tv ci sarà il confronto diretto con la MotoGp. Cosa ne pensa?
«La Superbike conquisterà il pubblico. Basti pensare che l'anno scorso cinque case hanno lottato per il titolo. Invece dall'altra parte ci sono due moto e quattro piloti».
Come vede il futuro dall'altra parte?
«Niente di bello perché il regolamento del 2014 non farà altro che aumentare il divario tra Honda e Yamaha e le altre case».
Ma c'è la novità Rossi…
«Di nuovo c'è ben poco… Però sono sicuro che andrà forte».
Il flop di Valentino con la Ducati rivaluta anche la sua stagione in sella alla Rossa?
«Non esiste la moto perfetta, ma ti deve dare confidenza. Quando ce l'hai vai forte, quando manca vai piano. Io non l'ho mai avuta, mi è sempre mancato lo scalino per giocarmela, credo come Valentino. E' stato così per tutti, tranne Stoner che usava assetti che nemmeno in strada…».


Domina la Spagna, mentre l'Italia fatica a costruire una nuova generazione di talenti. Che idea si è fatto?
«La crisi pesa in uno sport che costa molto. Certo che in Italia spesso conta più l'apparenza dell'essere».

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