E se Mario Balotelli giocasse a San Siro per il Barcellona? Fantascienza o fantamercato, ma anche, raccontando la storia da una prospettiva diversa, solo una questione di opportunità sfumate. Almeno secondo quanto racconta Francesc Sánchez Bas 37 anni, istruttore della Masia, il più celebre laboratorio al mondo di piedi educati. Da Puyol a Xavi, da Iniesta a Messi e prima ancora Guardiola. Tutti hanno ricevuto il battesimo della Masia, anche Mario Balotelli, che transitò da quelle parti per cinque giorni nel giugno del 2006. Un provino che diventò mordi e fuggi per via di quello status ingombrante da extracomunitario. Fu proprio Francesc Sánchez Bas a dirigerlo, rimanendo a dir poco estasiato. «Sì, perché quel ragazzo era un diamante. Ancora grezzo, e non poteva essere diversamente alla luce dell'età. Aveva solo 15 anni. Ma un diamante a tutti gli effetti». Nel test contro l'Hospitalet, club di un quartiere di Barcellona, segnò 4 gol. L'ultimo fu un trionfo di classe e presunzione. «Superò come birilli cinque avversari. Portò la palla sulla linea di porta e aspettò l'intervento disperato del portiere prima di spingerla in rete». Viene spontaneo chiedere perché non firmò per il Barcellona? «C'era una montagna di pratiche burocratiche da sistemare. Mario era un ghanese che viveva in Italia con un permesso di soggiorno. Per noi sarebbe diventato improponibile.
Se avesse scelto il Barcellona è chiaro che avremmo fatto il possibile per fargli avere un passaporto spagnolo. «Avrebbe fatto tutta la trafila nelle giovanili e sarebbe arrivato in prima squadra. Una coppia Messi-Balotelli sarebbe stata da sogno».