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SuperPippo, l'ultima rivincita degli ex Milan

Inzaghi come Gattuso e Brocchi: delusioni in rossonero, vincenti altrove

SuperPippo, l'ultima rivincita degli ex Milan

Sui 55 chilometri che separano Napoli da Benevento è steso idealmente un lungo striscione rossonero. È quello srotolato da Rino Gattuso e Pippo Inzaghi, vecchi compagni di tante battaglie milaniste, uno scudetto, una coppa Italia, due coppe dei Campioni e un'Intercontinentale vinti assieme tra il 2001 e il 2012, con in mezzo anche la splendida avventura azzurra ai Mondiali del 2006. Undici stagioni fianco a fianco e adesso due trionfi su due panchine vicinissime, a distanza di quindici giorni, i primi due allenatori a festeggiare dopo la sosta per la pandemia. Gattuso la coppa Italia con il Napoli, Inzaghi la promozione in A con il Benevento.

Per Gennaro il primo trionfo da allenatore, per Filippo il successo più pesante, dopo il campionato di serie C vinto sulla panchina del Venezia. Filippo che ora, dopo l'antipasto quando guidava il Bologna, potrà godersi appieno il derby in famiglia con il fratello Simone, grande protagonista sulla panchina della Lazio. Ma per entrambi, tornando al minimo comune rossonero, una sorta di rivincita sulle amarezze di Milanello in versione mister. Gattuso al timone del Diavolo per 40 partite tra il novembre 2017 e il '19 con un quarto posto sfuggito per un punto un anno fa e conseguente congedo da parte di Elliott e del gruppo dirigente rossonero; Inzaghi tecnico milanista nel 2014-15, al debutto di fuoco su una panchina di serie A dopo aver fatto tirocinio nella Primavera, ma bruciato velocemente dal Milan ancora berlusconiano, dopo un deludente decimo posto. Rino capace di far meglio del suo maestro Ancelotti da cui ha ereditato a dicembre una panchina bollente, Pippo confermandosi maniaco dei record e andando a vincere il torneo cadetto con 7 giornate di anticipo, primato centrato solo dall'Ascoli di Renna 42 anni fa. Con la nota stonata della festa di piazza a Benvento, con tanto di tour della città di squadra e tecnico su un pullman scoperto, come se l'emergenza coronavirus non esistesse più.

Comunque, a Napoli e a Benevento, è dunque arrivata la rinascita di questi due giovani tecnici a cui andrebbe aggiunta la promozione in B conquistata dal Monza di Cristian Brocchi, a sua volta meteora sulla panchina rossonera nelle ultime giornate del 2015-16. Senza contare che un altro ex mister milanista, Sinisa Mihajlovic, velocemente scaricato proprio nella stagione in cui gli subentrò Brocchi, si sta togliendo molte soddisfazioni con il Bologna nonostante i gravi problemi di salute. E poi mettiamoci anche Stroppa e Nesta, altri due ex giocatori rossoneri, che da allenatori stanno guidando rispettivamente Crotone e Frosinone nelle zone alte della serie B.

Insomma, potrebbe essere tornata la vecchia scuola degli allenatori di origine milanista, quella che in passato ha sfornato da Ancelotti a Donadoni, da Trapattoni a Liedholm, da Bagnoli a Capello, da Scala a Bigon, da Novellino a Rijkaard, da Cesare Maldini a Gigi Radice, per non dimenticare i Puricelli e i Silvestri. E in attesa di Andrea Pirlo, il professore del centrocampo, pronto a dare lezioni alla Juventus Under 23.

Se son rose (rossonere), fioriranno.

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