Appuntamento alla prossima settimana. Sarà la volta buona per prendere atto della firma del preliminare che darà vita al passaggio storico delle azioni del Milan dalla Fininvest della famiglia Berlusconi al fondo cinese rappresentato da Sal Galatioto. Un altro rinvio, si dirà. Certo ma ora c'è un motivo ed è un motivo di grande rilievo del quale hanno parlato ieri ad Arcore durante un vertice cui hanno partecipato i manager di Fininvest, Adriano Galliani e il presidente Silvio Berlusconi che ha anche superato brillantemente l'incidente al dito (non è più fasciato). Il motivo del ritardo, s'immagina ultimo, è determinato da una decisione presa delle parti: e cioè si procederà subito alla cessione del 100% delle azioni e non più a quella ipotizzata fino a una settimana fa, cioè prima l'80% delle azioni e poi il rimanente 20%, con procedure e accordi para-sociali tutti impostati su questa scansione. Di qui la necessità di riscrivere i documenti, modificare lo scenario della governance prevista e di procedere perciò sin dalla stesura del preliminare all'ipotesi di cessione completa e definitiva del Milan. A Villa San Martino, durante il gran consiglio di ieri, è prevalso il seguente ragionamento: se distacco dev'esserci, sicuramente doloroso per Silvio Berlusconi, che sia immediato e totale in modo da evitare che nelle pieghe del passaggio successivo delle quote si potessero aprire contenziosi, polemiche e magari visioni diverse delle scelte tecniche da compiere. Per questo motivo i manager di Fininvest da un lato e i professionisti utilizzati da Galatioto dall'altra sono tornati al lavoro e avranno bisogno di questa settimana per completare il nuovo dossier. Galatioto, tra l'altro, assente da Milano, tornerà tra sabato e domenica per partecipare attivamente alla fase finale del negoziato.
Nel frattempo il Milan inteso come società è fermo al palo. Intendiamoci: Galliani non si è mai arreso all'immobilismo e ha continuato a incontrare dirigenti, procuratori e a tenere in caldo le trattative più seguite, a cominciare dal difensore Musacchio per finire al centrocampista Zieliski. Ha anche ricevuto in sede l'agente di Carlos Bacca per proporgli una nuova via d'uscita dal Milan in modo da fargli accettare la proposta del West Ham (30 milioni la valutazione) che consentirebbe tra l'altro al dirigente, nelle more della firma, di procedere a un paio di acquisizioni. Che il Milan abbia bisogno di un mirato potenziamento tecnico è convinzione non solo dei tifosi, inviperiti dallo stallo determinato dalle lungaggini della trattativa, ma anche di Vincenzo Montella che ha cominciato a parlare chiaro in queste ore. Prima scrollata allo spogliatoio e ai componenti dell'attuale rosa: Devono assumersi le loro responsabilità, non è possibile che gli ultimi insuccessi siano colpa esclusiva degli allenatori. Secondo chiarimento: Io posso curare il gioco del Milan ma poi la palla deve passare per forza a Galliani, incaricato di operare sul mercato.
E qui se c'è stato un brutto ko muscolare (infortunio di Josè Mauri, lesione del retto femorale), si è registrata anche una partenza: uno dei tanti portieri in organico, Agazzi, è stato ceduto a titolo definitivo al Cesena.
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