La guerra del tè all'inizio non fece morti, ma se uno leggesse un libro di storia saprebbe che da lì è nata la guerra d'indipendenza americana. Era il 1773 quando i coloni americani buttarono a mare il tè inglese per protestare contro le tasse eccessive che dovevano pagare. Ecco: se la cosa vi risulta nota, sappiate che quasi 250 anni dopo il mondo non è cambiato. Solo che in questo caso se le dà a pallonate. Se non a racchettate in testa.
Insomma quello che Alex Morgan ha fatto in Usa-Inghilterra dei Mondiali femminili del pallone, si sarebbe potuto evitare con un po' di cultura. Anche perché al gesto di bere un tè dopo il gol, è seguito il solito squallido e modernissimo dibattito social. Leggere, nel senso di aprire ogni tanto un libro, può salvare da figuracce. E magari da qualcosa di peggio.
Prendete Fabio Fognini: non è che uno per forza debba sapere che «dovrebbero bombardare questo posto» detto a Wimbledon ricorda sinistramente le gesta di Adolf Hitler, ma magari ricordarsi che il 7 luglio 2005, la metropolitana di Londra fu devastata da un attentato aiuterebbe. Anche perché 14 anni fa Fabio era già nato. E dunque: ieri era l'anniversario di quell'attentato. E mai parole furono sbagliate, soprattutto se pronunciate alla vigilia.
Ma lo sport ormai è così: una partita di tennis vale un'offesa, un gol vale una mitragliata, tipo quella di Piatek (che non è certo l'ultimo della serie). Eppure per apprendere che solito il fucile lo si usa per altro non è necessario neppure saper leggere. Ma come diceva Françoise Sagan, «la cultura è come la marmellata: meno se ne ha e più la si spalma».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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