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Tanta salita e poca crono, è il Tour per Nibali

Anche la corsa francese cambia i connotati. Cinque arrivi in montagna, solo 54 km contro il tempo. Ma Froome resta favorito

Tanta salita e poca crono, è il Tour per Nibali

Una buona dose di arrivi in salita e poca cronometro: questa in sintesi è l'edizione numero 101 del Tour de France presentato ieri a Parigi. Per molti è un Tour che sorride al nostro Vincenzo Nibali, visto che c'è meno cronometro e più montagna, ma bisogna ricordare che quest'anno Chris Froome, il keniota bianco, l'ultimo trionfatore, ha fatto vedere i sorci verdi a tutti, sia in salita, che nelle tappe a cronometro.
Una cosa è certa: è un Tour meno sbilanciato. Almeno sulla carta appare meno prevedibile e si spera anche più spettacolare. Non si parte con un prologo, non c'è la cronosquadre e la crono individuale (piuttosto vallonata, di 54 km ) è collocata al penultimo giorno di gara quando la specializzazione per le prove contro il tempo conterà meno rispetto alle energie rimaste nelle gambe dopo tre settimane di corsa.

Pochi chilometri contro il tempo e cinque arrivi in salita, dicevamo, ma è una tappa pianeggiante come poche a spaventare il gruppo. Quinta tappa, il pavé della Parigi-Roubaix: 15 km suddivisi in 9 settori che terminano davanti alla Foresta di Arenberg.
La corsa scatterà dalla Gran Bretagna, sabato 5 luglio da Leeds, Yorkshire, per concludersi domenica 27 luglio con il tradizionale carosello dei Campi Elisi a Parigi. Ventuno tappe, 3.656 chilometri, due giornate di riposo a Besançon (15 luglio) e Carcassonne (21 luglio). Nove tappe di pianura, 5 di media difficoltà e 6 arrivi in salita. Tre tappe di montagna sui Vosgi, al confine con la Germania. Viene riproposto l'arrivo a La Planche des Belles Filles (dove vinse Froome nel 2012 e Wiggins si vestì in giallo), quindi Chamrousse e Risoul (si scala l'Izoard).


Prima le Alpi, poi i Pirenei, con l'arrivo a Bagneres de Luchion, poi Pla d'Adet e, infine, Hautacam, con il classico passaggio sul Tourmalet.

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