Tanti giovani e pochi senatori Il cocktail Ventura è giusto

Il ct rastrella talenti pronti a sbocciare e li puntella con grandi vecchi come De Rossi e Bonucci. E l'Italia va

Tanti giovani e pochi senatori Il cocktail Ventura è giusto

Al netto dello stage della prossima settimana, a San Siro martedì notte si è chiuso il primo quadrimestre azzurro di Giampiero Ventura e della sua Nazionale, seconda dietro la Spagna nel girone ma prima tra le seconde nel calcolo che risulterà decisivo per la qualificazione a Russia 2018. Adesso è possibile perciò ritagliare il primo bilancio con qualche appunto riferito più alla discutibile comunicazione del ct che alle sue scelte. La strada tracciata è quella giusta, grazie anche all'inversione di tendenza del campionato. Ventura sta rastrellando tutti i giovani di avvenire che hanno piede stabilmente in campionato e tra Atalanta, Milan, Torino e Lazio, ha raccolto un interessante drappello. Ma si sa: con i giovani si rischia grosso e perciò la soluzione adottata è il giusto mix grazie anche ai molti senatori, da Buffon a De Rossi e Bonucci, i quali hanno mostrato lo stesso entusiasmo esibito ai tempi di Conte.

Nelle pagelle la precedenza va data ai promossi. I cinque debuttanti della nuova era azzurra l'hanno ottenuta dopo poche apparizioni. A cominciare dal portiere Donnarumma che è già diventato il numero due, dietro Buffon, lasciando in disparte Perin. Con lui, a seguire, hanno convinto e raccolto consensi, Romagnoli (a proposito: l'infortunio con la Germania è del minuto numero 13, la sostituzione dell'intervallo; era meglio raccontare la verità a fine partita) e Belotti (palo a parte si è battuto come un leone). Positivo il giudizio anche sul conto di Zappacosta, non a caso lasciato per tutta la serata sul prato di San Siro a far coppia, maluccio, prima con Eder, poi, meglio, con Bernardeschi. Il quinto da promuovere è Rugani, uno che non ha ancora convinto Allegri. Altro appunto: il trio d'attacco schierato nella prima frazione ha funzionato male forse perché l'intesa tra Eder e gli altri due fucilieri è tutta da inventare. Di sicuro con Bernardeschi è stata recuperata una intesa migliore.

Tra i bocciati c'è da iscrivere sicuramente Pellè per motivi disciplinari e tecnici insieme. Il ricco stipendio cinese gli ha fatto perdere il contatto con la realtà ma nel frattempo è spuntato il talento di Belotti che è più giovane e ha più voglia. Con il cinese sono finiti fuori dal giro anche i due portieri che accompagnarono Conte nella precedente esperienza, e cioè Sirigu e Marchetti. Poi ci sono un bel po' di rimandati e qui l'elenco è piuttosto nutrito. Ne sono capofila Verratti e Insigne. A uno è stato chiesto di assumere il governo del gioco, di disegnare geometrie, insomma di rimpiazzare dopo lunga attesa Andrea Pirlo che l'aveva designato pubblicamente come successore. L'abruzzese è ancora in una fase di complicata maturazione, accentuata dal fatto che forse il ruolo di regista classico non gli sta a misura come un abito sartoriale. Ma qui è obbligatorio ricorrere alle note virtù di Ventura che sono la pazienza e la capacità di insegnare calcio. Al fianco di Verratti c'è la sagoma, quasi identica, di Insigne che in azzurro non è mai riuscito a spazzare via le perplessità. Per esaltarsi ha bisogno di un sistema di gioco classico, il 4-3-3, ma in questo caso gli stessi dubbi del ct sono rintracciabili nelle scelte di Sarri. È come se questo ragazzo napoletano non riuscisse mai a scrollarsi di dosso l'etichetta di eterna promessa offrendo la resa continua che si richiede a un giocatore dotato di estro e di tecnica purissima.

Da qui a marzo, quando torneranno le sfide del girone (sfida all'Albania), Ventura avrà occhi puntati su un bel numero di giovanotti che fin qui ha soltanto testato durante i pochi giorni di ritiro tra Coverciano e Milanello. Cataldi, Gagliardini e Pavoletti è il prossimo trio di talenti destinati a diventare compagni d'avventura di Donnarumma e soci.

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