Tavecchio allo scaricabarile. E Ancelotti diventa un giallo

Il presidente federale alle Iene: "Tutta colpa di Ventura". L’amico Branchini allontana Carletto ct, poi precisa: "Il mio è solo un pronostico"

Tavecchio allo scaricabarile. E Ancelotti diventa un giallo

Carlo Tavecchio ha inchiodato Gian Piero Ventura, ct appena destituito. «È stata colpa sua» la stroncatura diventata pubblica grazie all’intervista portata a casa da Nicolò De Devitiis, cronista d’assalto della trasmissione di Italia 1, le Iene, che ai tempi riuscì, dopo averlo pedinato per giorni, a far parlare Nicola Rizzoli, ex arbitro internazionale e attuale designatore di serie A. Accolti telecamera e microfono a bordo della sua auto, il presidente federale, nel riavvolgere il nastro della sfida con la Svezia, ha avuto anche un attimo di commozione, occhi rossi e umidi. «Non dormo da quattro giorni» ha raccontato prima di mettere sotto accusa il lavoro del ct e in particolare le sue scelte non solo di formazione ma soprattutto di strategia calcistica. «È stata una debacle tecnica» ha spiegato. Prima di aggiungere: «È stata colpa di Ventura. Contro la Svezia sono state fatte scelte sbagliate di formazione». In anticipo se ne erano accorti anche gli azzurri ad Appiano Gentile e avevano chiesto di cambiare registro al ct che inviperito aveva addirittura minacciato di lasciare l’incarico e la panchina azzurra a poche ore dallo spareggio di San Siro. Per dimostrarsi inflessibile, a partita in corso, ha fatto entrare El Shaarawy invece che Lorenzo Insigne.

Nell’analisi tecnica della madre di tutte le sconfitte per il calcio italiano, Carlo Tavecchio è stato ancora più pungente. «Giocavamo contro una squadra di giganti, alti 1,90 e abbiamo continuato a fare dei cross, inutilmente. Avremmo dovuto aggirarli con i piccoletti ma loro… stavano in panchina», lo sfogo. Evidente il riferimento al fantasista napoletano, per far entrare il quale De Rossi ha opposto un clamoroso rifiuto. Forse qualcuno dello staff dirigenziale doveva accorgersi che ormai, da mesi, tra ct e spogliatoio azzurro, si era prodotta una pericolosa frattura. Non ne condividevano le idee e le scelte, non lo seguivano più insomma. Incalzato dall’inviato de le Iene («chi ha scelto Ventura?»), alla fine il presidente federale ha dovuto ammettere: «L’ho scelto io», aggiungendo però «su consiglio degli anziani dello spogliatoio... Io avrei voluto Donadoni». Lunedì è pronto a sfidare il giudizio del consiglio federale dinanzi al quale dovrà portare un piano di riforme e il nome eccellente del prossimo ct. E mentre Ranieri si è autocandidato («Se mi chiamassero... »), per qualche ora la posizione di Carlo Ancelotti è stata dichiarata, da siti e agenzie, ormai fuori gioco per via dell’intervento a radio Deejay di Giovanni Branchini, agente, amico di Carlo e che condusse la trattativa per portarlo al Bayern. «Carlo rispetta tutti ma non se la sente di accettare l’offerta per la panchina azzurra»: questa la frase che ha fatto scattare l’allarme.

Raggiunto al telefono, Branchini ha poi spiegato: «Il mio non era un annuncio, non ho parlato con Carlo, ho espresso un pronostico, una convinzione». E infatti, a stretto giro di telefonata, la fonte utilizzata dal presidente federale per sondare la disponibilità di Ancelotti, ha rassicurato Tavecchio. «Qualcuno si è allargato» il commento proveniente da Roma. Ancelotti ha promesso di prendersi qualche giorno per riflettere e manterrà fede al proprio impegno.

Ha anche promesso che a fine novembre tornerà in Italia, viaggio previsto per impegni famigliari, e non ha cambiato programma. In quella circostanza farà conoscere la sua scelta. Nel frattempo ci sarà stato il consiglio federale e forse una schiarita politica sul futuro del calcio italiano.

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