Tesoro perduto Ma c'è ancora vita

di Oscar EleniO gni volta che andiamo a Treviso ci vengono in mente le parole di un saggio francese che ammoniva i nostalgici spiegando che i ricordi non popolano la solitudine di oggi, ma la fanno molto più grande.Erano davvero chiare e fresche le acque della Marca dove la famiglia Benetton aveva costruito un regno sportivo che non era soltanto fatto di vittorie. Certo grandissima pallavolo, prima ancora basket con fenomeni come Vinnie Del Negro e Tony Kukoc, da sempre e per sempre rugby di alto livello. Scudetti, successi europei, storia, ma era la vetrina. Bellissima, ma dietro c'erano organizzazione, dirigenti di alta qualità e, cosa più importante, il Palaverde e la cittadella sportiva della Ghirada aperta a tutti, casa e scuola per futuri talenti.Un vento maligno che non c'entra con la crisi, ma è arrivato soltanto soffiato da invidie nazionali e locali, ha in pratica rubato a Treviso la sua eccellenza. La pallavolo resta un ricordo perché al Palaverde giocano le ragazze del Conegliano, il basket è ancora vita perché la squadra ricreata dopo l'uscita di Gilberto Benetton riempie ancora quelle sacre tribune seppure in A2, lo stesso rugby ha perduto una certa magia, bastonata nelle sfide europee, anche se la franchigia sponsorizzata è sempre dalla nobilcasa, garantita economicamente da una federazione all'ennesima rivoluzione tecnica, sapendo che dietro a questa Nazionale amatissima, anche se perde tanto, ha ricambi di scarsa qualità, segno che la scuola non produce niente o quasi.Alla Ghirada c'è ancora vita. Purtroppo non quella di una volta vi direbbe l'inossidabile Giorgio Buzzavo che ha difeso tutti i progetti, nell'età dell'oro e con la crisi, per lo sport giovanile e il basket lo sa bene per i 30 mila ragazzini di tutta Italia, 600 per le finali di Jesolo, che partecipano al Join the Game.

La città ha provato a reagire, ma il calcio è andato a fondo, la pallavolo è nelle serie minori, restano i benettoniani che, grazie a Vazzoler, difendono il progetto per un basket che De Longhi vorrebbe riportare al vertice non soltanto per gli incassi dove è davvero fra le prime alla ricerca di un posto nella massima serie.Ci sono 29 scudetti (5 del basket,9 con la pallavolo delle 5 champions, 15 per il rugby) a ricordarci cosa abbiamo perduto, a rendere più grande questa solitudine, a far riflettere.

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