Erick Thohir è rientrato a Giacarta, soddisfatto a metà di come sia andata la stagione, come i tifosi del resto, i più numerosi d'Italia allo stadio. Eppure ha avuto solo parole di elogio per tutti, management compreso, l'Inter è in crescita, ha detto, e crescerà ancora. Misterioso sulla trattativa con i cinesi, ha solo precisato che non c'è nulla di scritto, è parso molto fiducioso e ottimista, a suo dire l'Inter è corteggiata. Non si è perso in inutili liste di cifre, in questa l'Inter ha fatto più punti dalla stagione del triplete, lo legge come un ottimo segnale per continuare su questa strada: «Qualche giocatore verrà ceduto ha fatto sapere -. Dobbiamo lavorare tenendo presente l'accordo per il fair play finanziario, per ora ci siamo dentro, dobbiamo continuare così». Poi un'entrata a piedi uniti su certe uscite dell'ultima ora: «Chi non crede in questa maglia è inutile che rimanga. L'Inter ha tutti i diritti di essere un top club in Italia e anche in Europa, questa è una maglia che deve sempre essere onorata».
Inutile specificare a chi fosse diretta la reprimenda: «Ma questo non significa ha continuato che non acquisteremo. Ci vogliono almeno due innesti e li faremo».
Ha ribadito la sinergia con Piero Ausilio e Roberto Mancini, ha ringraziato i tifosi, ha spiegato come sia complicato raggiungere Milano da Giacarta, 15 ore di viaggio, tre volte nell'ultimo mese: «Ma sono il presidente dell'Inter e questo mi sembra doveroso, anche se non posso essere qui tutti i giorni. Il calcio sta cambiando, i club italiani che hanno scelto una proprietà straniera stanno crescendo, è quello che sta facendo anche l'Inter. Il nostro fatturato è aumentato anche quest'anno che non giocavamo le coppe europee».
L'ultimo ringraziamento ai tifosi, sempre numerosi, sempre vicini alla squadra, non sufficientemente gratificati dai giocatori che sabato sera, ultima della stagione a San Siro, si sono dimenticati di loro. Bastavano quattro passi in più, un applauso verso chi per tutto l'anno ha chiuso gli occhi e continuato a incitare. Peccato.
Forse doveva pensarci il Mancio, o uno di loro che si prenda la responsabilità di metterci la faccia, lasciando dietro chi va in tv per lamentarsi: «Tutti noi siamo spiaciuti per non aver centrato la qualificazione in champions - ha detto Mancini -. Chi la vuol giocare se ne può anche andare».
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