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Da Tokio a Seul tutti insieme per sostenere la lotta al virus

Aiuti a ospedali, Croce rossa, Protezione civile e ai più deboli. Il pro rider Oddera dona tablet agli anziani soli

Roberta Pasero

C'è chi sa piegare la vita in splendidi origami. E regala a un quadrato di carta infinite forme, apparentemente impossibili. Il mondo automotive, anche quello che guarda a Oriente, ha modellato la solidarietà anti Covid-19 non con la carta, ma col cuore. Come fa lo spot di Mazda che non lancia facelift o plug-in hybrid, ma pubblicizza la speranza, secondo il Dna del marchio che nel 1945 è rinato dalle «ceneri» di Hiroshima, quando l'atomica sembrava aver frantumato il futuro. «Però, solidarietà per noi vuol dire anche concretezza. E aiutare i volontari City Angels di Roma, da sempre accanto ai più vulnerabili, e la Protezione Civile della Comunità montana sirentina, in Abruzzo, mettendo a disposizione vetture per distribuire medicinali e viveri», spiega Roberto Pietrantonio, ad di Mazda Italia. «Un aiuto che fa anche riflettere. Perché le auto tante volte demonizzate, in un momento in cui la libertà di movimento ci è preclusa, riescono a farci accorciare le distanze con chi ha bisogno, manifestando così il loro aspetto poetico».

Un origami di emozioni che trasforma questo tempo rarefatto nel tempo della gentilezza. Come fa Hyundai con Suv e city-car assegnati alla Croce Rossa Italiana e agli ospedale San Raffaele, Fatebenefratelli Sacco di Milano e Istituto di Cura Città di Pavia. «È il nostro modo per testimoniare la vicinanza alla popolazione e a chi è in prima linea. L'attenzione agli altri fa parte della nostra filosofia aziendale e ne orienta l'operato», dice Andrea Crespi, direttore generale di Hyundai Italia. Come fa Kia Italia con i 375mila euro donati dall'azienda di Zilina, in Slovacchia, per attrezzature sanitarie e l'operazione #ItaliaKiama, venti Niro e XCeed alla Croce Verde di Milano per consegnare la spesa a domicilio agli over 65 e alle persone fragili tramite Supermercato24. «Un'iniziativa che alimenta la speranza», spiega l'ad Giuseppe Bitti. «Come lo sarà il call center di supporto per chi ha difficoltà a utilizzare i mezzi informatici che attiveremo presto».

Un origami giramondo per Mitsubishi che fabbrica visiere e mascherine da donare agli ospdali nipponici. E per Nissan, che dalla Gran Bretagna, con le 100mila visiere protettive prodotte ogni settimana, arriva a Barcellona dove si fabbricano respiratori; e poi in Giappone, dove su richiesta del governo supporta le aziende che realizzano macchine cuore-polmoni, e in Italia, con 240 crossover dati alla Protezione Civile. «Di fronte a una simile emergenza non potevamo restare immobili. Abbiamo voluto mettere i nostri mezzi al servizio di chi combatte per il futuro del Paese», spiega Bruno Mattucci, presidente e ad di Nissan Italia. Ed è lo stesso spirito di Toyota e Lexus che, oltre alla flotta di vetture alla Croce Rossa Italiana, una donazione anche dei dipendenti all'ospedale Spallanzani di Roma e una fornitura di mascherine alla Protezione Civile, affida riflessioni a uno spot emozionale raccontato anche da Bebe Vio, Gabriele Detti e Vanessa Ferrari. «Sono le nostre cicatrici che ci fanno diventare speciali. Perché quando la vita di ogni giorno cambia, noi possiamo cambiare con lei e rinascere più preziosi».

Un altruismo che corre forte anche sulle due ruote. MV Agusta ha donato una macchina per l'analisi rapida dei tamponi all'Ospedale dei Sette Laghi di Varese, il circuito del Mugello ha dato alla Regione Toscana l'attrezzatura del Centro Medico dell'autodromo, mentre il pensiero di Vanni Oddera, pro rider di freestyle motocross e fondatore della Mototerapia, va dritto al cuore: «Ho creato la onlus Umanamente con Fondazione Allianz per acquistare tablet da distribuire agli anziani soli nelle case di cura, per farli stare con chi amano almeno attraverso il video». E poi c'è LS2 Elmets, azienda cinese di abbigliamento e caschi da moto, che ha donato 5.200 mascherine FFP2 agli ospedali di Brescia e Grosseto con il fil rouge #distantimauniti. Stesso appello che ha lanciato sui social il team Ducati, in testa Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci, per invitare a stare tutti in «carena» fino al traguardo.

Nessuno, in pista e nella vita, dovrebbe mai fermarsi a metà gara.

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