Il risveglio è brusco, quanto una frenata improvvisa negli ultimi duemila metri, prima dellimpatto, di quel suono di ferraglia seguiti da lamenti e imprecazioni. «Ho picchiato il sedere
», dice laconico Peter Sagan, il baby prodigio di questo Tour soporifero e doloroso: come da copione.
È così il Tour: soprattutto allinizio. Noia per tutto il giorno, brividi nel finale. LEquipe laltra mattina ha fatto un titolo esemplare: «Anestesia totale» per «celebrare» la mancanza di emozioni di queste giornate. Ma anche per richiamarsi a quei grovigli continui di biciclette e uomini, che si rialzano storditi ma non vinti: come anestetizzati.
Cadute per tensione, disattenzione, apprensione: cadute da competizione. «Tra di noi cè chi non sa andare in bicicletta. I giovani sono arroganti e presuntuosi: sono pazzi fuoriosi», sbotta Tyler Farrar, finito a terra, e trattenuto a fatica prima che prenda per la collottola chi aveva causato la caduta.
«Il problema è che qui ci sono ragazzi che non sanno andare in bicicletta e pur di mettersi in mostra, prendono rischi assurdi», spiega Luca Paolini, azzurro di Bettini alle prossime Olimpiadi.
Lanagramma di Tour è urto. Così la Grande Boucle aggiorna i bollettini medici. Tom Danielson ferito al gomito, Robbie Hunter scorticato tutto sulla parte sinistra, Bernard Eisel punti di sutura al sopracciglio e il nostro Daniel Oss con lanca malconcia. Intanto Wiggins ha perso il gregario Kanstantin Siutsou (frattura della tibia), Toni Martin corre fratturato allo scafoide e lo difende con un tutore, Luis Leon Sanchez ha piaghe ad entrambe le mani, laltro giorno Giampaolo Caruso è stato lacerato dalla corona delle bicicletta dello stesso Oss. Anche Philippe Gilbert ha uno sbrego vistoso sulla tibia. Rojas con la clavicola rotta in tre punti (già operato, gli hanno applicato nove viti), Tjallingi è andato a casa anche lui con una microfrattura allanca.
Questi quelli dolenti, i contenti sono quelli restati in piedi, Cancellara in giallo e Andre «Gorilla» Greipel che ha bissato il successo di mercoledì.
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