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La tragedia di Bakken. L'atleta trovato morto aveva sulla bocca la maschera ipossica

A cosa serve, è legale? Parla Morelli, Mapei Sport. La Norvegia invita lo sport a non usarla

La tragedia di Bakken. L'atleta trovato morto aveva sulla bocca la maschera ipossica
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Una morte improvvisa, nonostante il biathleta norvegese Sivert Guttorm Bakken soffrisse di pericardite che nel 2023 l'aveva costretto a due anni di inattività prima di tornare a gareggiare. Il 27enne è stato trovato martedì scorso privo di vita in una stanza d'albergo (il Dolomiti del Passo di Lavazè, ndr) in Trentino. La Federazione norvegese e la famiglia di Sivert hanno incaricato uno studio legale di curare i contatti con le autorità italiane. L'autopsia dovrebbe svolgersi la prossima settimana a Trento. Al momento non ci sarebbero elementi per ipotizzare comportamenti illeciti. Bakken, quando è stato ritrovato, indossava una maschera ipossica per l'allenamento in quota. La Federazione norvegese ha precisato di "non essere attualmente a conoscenza delle circostanze relative all'acquisizione e all'utilizzo di questa maschera", ma il comitato olimpico del paese nordico ha invitato tutte le federazioni a non usare più il dispositivo.

Ma come funziona e a che cosa serve? Per saperne di più su queste pratiche che fino a due anni fa solo in Italia erano vietate e ora sono alla portata di tutti, in tutto il mondo, abbiamo contattato il dottor Andrea Morelli, sport scientist e allenatore di ciclismo, esperto di periodizzazione e tecniche di allenamento di Mapei Sport. "Per fare chiarezza penso sia necessario sottolineare che ci sono due tipi di approccio a queste pratiche. Il primo è l'allenamento ipossico, inteso come simulazione della quota in cui si può o dormire dentro una tenda o eseguire degli allenamenti respirando da una mascherina collegata ad un macchinario che riduce la percentuale di ossigeno della miscela d'aria per simulare quello che succede in quota e quindi stimolare la produzione di globuli rossi e di conseguenza il trasporto di ossigeno". Il secondo, prosegue il dottor Morelli "si chiama IMT o RMT (Inspiratory Muscle Training o Respiratory Muscle Training, ndr) in cui si indossa una mascherina o un boccaglio con un tappa-naso che consente di regolare il flusso d'aria inspirato ed espirato per aumentare la resistenza della respirazione e quindi allenare i muscoli respiratori. Entrambe le tecniche - una per simulare l'altura, l'altra per allenare i muscoli respiratori - possono essere utilizzate per cercare di migliorare le performance e se utilizzate da soggetti sani e in modo corretto, non hanno effetti collaterali".

Ma queste pratiche possono andare a sostituire l'allenamento? "Assolutamente no. Negli sport di resistenza come il ciclismo, il canottaggio, lo sci di fondo ed il running dove sono utilizzate da decenni, sono utili ma non vanno a sostituire assolutamente nulla.

Quanto influiscano sulla performance però è ancora tutto da dimostrare: chiaro che queste pratiche sono consigliate solo ad atleti professionisti di alto livello, perché questi sono abituati a lavorare sui marginal gain: piccoli vantaggi che a certi livelli fanno la differenza".

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