Tre gol per sognare Balotelli nuova formula

Montolivo, De Rossi e l'ex interista riscaldano San Siro Azzurri sempre più soli in testa al girone per Rio 2014. Manata del giallorosso Osvaldo: nazionale in 10 per 45’. Milano snobba la sfida

Tre gol per sognare Balotelli nuova formula

Questa volta l'Italia di Prandelli vince e convince. Non ci sono se e nemmeno ma da presentare sul conto del successo meritato fino in fondo e onorato con calcio di ottima fattura. Maturato, ecco la prima annotazione, in condizioni non certo favorevoli, con un uomo in meno per tutto il secondo tempo a causa della mezza gomitata rifilata da Osvaldo (urge un bel provvedimento disciplinare) alla sua risoluta sentinella. È una nazionale con un centrocampo fuso nell'acciaio che può disporre del genio balistico di Andrea Pirlo. Altro che riposare e dire addio all'azzurro: lo stagionato guerriero, licenziato in gran fretta dal Milan di Allegri, è capace ancora di pennellate d'autore che riescono a trasformarsi in golosi assist (suoi i decisivi suggerimenti per il 2 a 0 di De Rossi e il 3 a 1 di Balotelli). Con una musa del genere si può anche sorvolare sulla discutibile resa della difesa, spesso presa d'infilata dai danesi che hanno, come al solito, una corsa eccellente ma schemi di gioco scontati che confluiscono puntualmente nel cross per il capoccione di Bendtner, lo spilungone approdato alla Juve e rimasto finora a guardare. È un bel combattente, ottimo colpitore di testa e niente di più.

Pirlo detta i tempi, Montolivo e De Rossi sono i primi cecchini della sera ma c'è anche e sempre Balotelli in agguato. I danesi lo maltrattano e lui riesce, per una volta, a frenare i suoi istinti negativi e a trasformare i tormenti in pezzi di bravura e a capovolgere quella ripresa, nata male, anzi malissimo (con l'espulsione di Osvaldo). Alla fine la scena è tutta sua, Prandelli gli concede la standing ovation, meritata non solo per il gol del 3 a 1 ma per tutta la prova, fatta di pezzi di bravura, dribbling riusciti e giocate intelligenti. L'Italia di Pirlo e dei suoi fratelli vince e convince allora e guadagna la fine dell'anno da leader del girone di qualificazione: appuntamento a marzo prossimo per riprendere il viaggio verso il mondiale.

Garantite le polemiche, da oggi fino a sabato sera, prima, durante e dopo Juve-Napoli, una sfida cominciata con due settimane di anticipo sulla scadenza. All'assenza di Buffon, rimasto al calduccio dopo il test di ieri mattina, si aggiungono anche quelle di Bonucci e Giovinco (entrambi utilizzati in Armenia) che si accomodano in tribuna. Dalle parti di Napoli le scelte del Ct non passeranno inosservate. Così come non può restare in un cantuccio la deludente affluenza di San Siro: per fortuna ci sono un po' di danesi (4 mila e passa) e un bel po' di ragazzi delle scuole calcio. Forse è il caso di ripensare a sedi diverse da quelle metropolitane per quest'Italia che non è poi così male. La Danimarca non è certo una squadra che si lasci intimidire dallo spessore del rivale e anzi la sua partenza, pancia a terra, mette subito a dura prova l'intesa tra il portiere del Napoli, De Sanctis, e i due centrali juventini, Barzagli e Chiellini, plastico contrasto. Su un retropassaggio di quest'ultimo e palleggio improbabile del sodale, si rischia addirittura il pasticciaccio brutto. Forse è questo l'episodio che scuote e mette le ali all'Italia di Prandelli dove Balotelli viene sottoposto a un trattamento speciale (falli di ogni tipo, interventi carogna e anche qualche sottile provocazione condite da un giallo per una tentata reazione). Mario deve camminare con le sue gambe, d'accordo, ma anche gli arbitri devono forse aprire gli occhi su certe tecniche.

È sempre il centrocampo azzurro, riconfermato in blocco non a caso dal Ct, a dare sostanza alle migliori trame azzurre. E se Marchisio trova sulla linea di porta la testa bionda di Kjaer pronto a evitare un gol già fatto, nulla possono i danesi quando tocca a Montolivo esibirsi dal limite con una stoccata delle sue e a De Rossi rubare il tempo, in elevazione, sulla palla vellutata di Pirlo per confezionare il comodo 2 a 0. Che risulta in parte rovinato, sulla sirena dell'intervallo, dal diagonale di Kvist che coglie De Sanctis in ritardo.

Nemmeno la mattana di Osvaldo in versione Jonny Depp, a inizio di ripresa, è capace di compromettere una felice serata di calcio azzurro. La manata del romanista sul naso di Stokholm sembra riqualificare i giudizi di Zeman e detta seri interrogativi sulla tenuta nervosa di questo giovanotto dalle reazioni scomposte (Prandelli ne prenda nota, per favore). In dieci contro undici, invece di deprimersi, la Nazionale riesce a esaltarsi.

La genialata è di Pirlo che indovina la solita parabola con i giri contati per Balotelli scattato al momento giusto nel luogo giusto e capace di sfiorare, con la punta del piede, la palla che rotola beffarda alle spalle del portiere danese per il rotondo 3 a 1.

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