Tre squadre, tre sconfitte. Il calcio italiano paga un prezzo pesante all'Europa. Impossibile il futuro della Lazio, arduo quello dell'Atalanta, non semplice quello della Juventus. Premessa: gli arbitri sono diventati i padroni del football. Era accaduto a Oporto, ammonizione inventata a Danilo, si era ripetuto a Roma e ieri a Bergamo, sempre a danno delle nostre squadre. Scandalosa l'espulsione di Freuler, dopo diciassette minuti, per un fallo di gioco, niente affatto violento, ai limiti dell'area, su Mendy. Herr Stieler non si è nemmeno degnato di consultare il Var come già l'israeliano Grinfeld nell'intervento falloso su Milinkovic Savic in area bavarese. L'Atalanta ha perso anche Zapata e la sua serata è diventata impossibile, il Real si è limitato al minimo sindacale arrivando al gol nel giro finale. Le nostre squadre hanno comunque ribadito la sofferenza, nel confronto europeo, contro avversari di sicuro censo ma con un organico ridotto da infortuni, il Bayern prima e il Real dopo, hanno esposto e imposto la prevalenza della tecnica di qualità. Il nostro football si è concentrato sulla tattica, trascurando lo studio della tecnica che era alla base della scuola latina, quella italiana in particolare.
Nelle coppe, al centro di un calendario aspro, è sciocco bruciare energie, meglio sarebbe utilizzare l'intelligenza e la sensibilità dei piedi. In questo senso, i calciatori avrebbero la prevalenza sugli allenatori. E sugli arbitri. Ma questo è il problema più grave.
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