Roma Stasera la Fiorentina, domani forse una nuova rivoluzione. Che potrebbe partire dal nome di Francesco Totti. Domenica, prima che la Roma fosse asfaltata dal Napoli, ha lanciato ufficialmente la sua candidatura a guidare la direzione tecnica, secondo i ben informati proposta a Ranieri che avrebbe rifiutato, nella prossima stagione. «Sento dire che avrò più poteri, se guadagnerò posizioni di certo cambierò qualcosa che non ha funzionato, ne ho già parlato con chi di dovere», così l'ex 10 giallorosso.
È stato lui a telefonare al romano e romanista Ranieri per convincerlo a essere il sostituto di Di Francesco, è lui che ha guidato la riunione a Trigoria dopo il pesante ko di domenica con il tecnico e gli altri dirigenti per trovare una soluzione alla crisi tecnica, è lui l'interlocutore principale di Massara, responsabile dell'area tecnica dopo l'addio di Monchi. Insomma, dopo essere stato a lungo l'insegna sacra della squadra, sta studiando da manager per poter magari avere un giorno poteri esecutivi e decisionali, al momento nelle mani di altri, con Franco Baldini consulente-ombra di Pallotta.
Di recente Totti ha parlato del rinnovo di un altro romano e romanista doc, quel Daniele De Rossi che sta stringendo i denti per allungare la sua carriera ma intanto, dal ruolo di capitan futuro, si vede già proiettato a futuro allenatore. «Parleremo a fine anno con lui», ha sottolineato Totti. «Se starò bene continuerò a giocare», le parole di De Rossi alla vigilia dell'ultima sfida europea dei giallorossi con il Porto. Il capitano è sempre uno di famiglia a Trigoria, ha ottimi rapporti con i dirigenti e Pallotta, di sicuro la Roma non vuole dispendere un patrimonio tecnico e carismatico del suo livello.
C'è intanto da finire al meglio l'annata, con un traguardo europeo che si sta allontanando pericolosamente. E la tappa dell'Olimpico con la Fiorentina potrebbe accelerare di colpo la rivoluzione.
Un nuovo scivolone potrebbe causare il passo indietro di Ranieri, pronto già a dimettersi dopo la figuraccia con la Spal, ma poi frenato dalla speranza che i giocatori tirassero fuori l'orgoglio. Cosa non avvenuta con il Napoli e che invece dovrà avvenire oggi. Il futuro può attendere, prima c'è da prendersi il prezioso tesoretto della Champions.
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