Coronavirus

Tredici positivi in Serie A sgonfiano il pallone che sognava di ripartire

Infetti 3 milanisti, 6 viola e 4 Samp. La riapertura adesso si complica. Federazione imbarazzata

Tredici positivi in Serie A sgonfiano il pallone che sognava di ripartire

Sul vertice tra comitato tecnico scientifico e federcalcio sono piombate tre notizie di calciatori positivi. La prima è arrivata da Firenze: tre titolari del club di Commisso risultati asintomatici dopo i controlli effettuati (leggi i tamponi) in vista della ripresa degli allenamenti individuali. Con loro anche tre esponenti dello staff medico sono finiti nello stesso elenco. I tre viola stanno bene al pari di Cutrone, Pezzella e Vlahovic guariti perfettamente, ma sono rientrati nelle rispettive abitazioni in quarantena. La seconda notizia da Milanello: in questo caso tre rossoneri sottoposti a test sierologici (per rispettare il protocollo della regione Lombardia che non ha a disposizione i tamponi per tutti) han dato esito positivo, l'hanno fatto da asintomatici e ora hanno guadagnato l'immunità. Quattro invece i positivi della Samp, di cui uno recidivo. La Federcalcio ha colto un risvolto positivo perché con i controlli a tappeto avviati dalle 20 società di A è possibile scoprire gli asintomatici ed evitare che il contagio si propaghi come è successo già al Toro il giorno prima con un ex primavera.

«Questo è un prezioso contributo che il calcio può dare» il commento. E proprio sulle due questioni vitali, tamponi e positività, si è giocato l'incontro di ieri pomeriggio, durato i canonici 90 minuti, tra la delegazione del calcio italiano guidata da Gravina (con il professor Zeppilli e il presidente dei medici sportivi Casasco). A dare ascolto alla sintesi del ministro Spadafora - assente al summit - si è trattato «di un incontro molto approfondito». Di sicuro la conclusione operativa è la seguente: il comitato tecnico scientifico ha assunto il compito di redigere una relazione da presentare al ministro della Salute Speranza cui toccherà il compito di decidere in vista della ripresa degli allenamenti collettivi del 18 maggio. In merito, le regioni hanno chiesto sullo sport una cabina di regia al governo ricevendo la piena disponibilità.

Nel vertice di ieri il primo nodo è rappresentato dalla possibilità di reperire (in particolare in Lombardia) i tamponi da effettuare. Gravina e i suoi esperti hanno chiesto lumi sul punto: è possibile reperirli fuori regione per effettuare i test decisivi? Sul secondo nodo, quello della positività, la richiesta del calcio è didascalica: nel caso si scopra un positivo durante il campionato, cosa si fa?, si chiude tutto o ci si comporta come in Germania? Il comitato ha preso nota e nel corso del confronto ha sottoposto a sua volta una domanda maliziosa («Siete sicuri che calciatori e medici siano pronti a giocare?») riferendosi ai timori degli interisti. Gravina ha risposto in modo puntuale: «Ci sono dei contratti in gioco e comunque ci penserà eventualmente il calcio a risolvere il problema».

Il rischio autentico che spaventa i medici dei club è la responsabilità penale in caso di scoperta di un positivo schierato in campo.

E non hanno fatto mistero di reclamare per questo uno scudo penale, argomento questo trattato anche dal professor Castellacci, con Lippi responsabile sanitario della Nazionale campione del mondo.

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