I tifosi licenziano Mazzarri e Guarin: non sono da Inter

Troppi pareggi con le piccole, confronto tecnico-giocatori. Un punto sotto Strama. Thohir scocciato ma ha pazienza

I tifosi licenziano Mazzarri e Guarin: non sono da Inter

L'ultima di Mazzarri è peggio del fantastico assist capovolto di Guarin, definito dai tifosi «non degno della maglia». Per giustificare lo scriteriato finale con il Livorno e la depressione, si è giustificato con una sciocchezza dal sen fuggita: «Annata così, serve come raccolta dati per la prossima stagione». E per raccogliere dati l'Inter lo paga 4,5 milioni? Bastava rivolgersi a una qualunque Demoskopea, sarebbe costata meno.

Mazzarri è come l'Inter: ogni tanto spegne la luce. Il triplete della delusione (Atalanta, Udinese e Livorno) ha scatenato il tifo sul web e sta producendo una pesante campagna contro il tecnico. Difficile nascondere i propri limiti a questo punto: l'Inter e una città metropolitana, come Milano, non perdonano. E, probabilmente, stanno dimostrando che non è ancora allenatore da grande squadra. La battuta migliore, e più indolore, raccolta sul web diceva: «il meglio deve ancora venire», è il titolo del suo libro. Era meglio titolasse: «Il peggio non è ancora passato». Per ora il peggio viene dal campo e dal pollice verso dei tifosi che hanno già dimenticato le barricate per la partenza di Guarin (ieri ha fatto sapere di essere molto triste, ma di non avere mai chiesto di andare alla Juve), inquadrano i difetti dei giocatori ma sono feroci solo con l'allenatore che, ieri ad Appiano, ha visto musi bassi ed ha cercato analisi e discorso costruttivo. Più che urlacci.

Vero che la sera prima si era lasciato andare ad una confessione spontanea: «Punti sprecati, che vergogna. Ma qui c'è gente che non mantiene l'attenzione, ha limiti a livello di testa», ma la regola del calcio dice che un allenatore è bravo se non combina guai e non rovina i giocatori. Mazzarri per ora ha disintegrato Kovacic, non fa migliorare i giovani, non ottiene concentrazione dai distrattoni, ha una squadra migliore di quella del pivello Stramaccioni eppure la sua Inter è ancora un punto indietro (per il sorpasso basterà non perdere 5 partite su 7 come Stramax), ha subito meno reti e sconfitte, ma vinto meno (mancano tre successi) e pareggiato di più (13) soprattutto contro squadre di rango inferiore: sono 11 gli atti d'accusa. Appena meno dei punti realmente sprecati. Thohir ha promesso rinforzi, contando anche su un tesoretto di 35 milioni garantito dall'esodo della vecchia guardia. Ma poi bisogna saper sfruttare la bontà della rosa. Al tycoon piacciono i giovani, Mazzarri ne è allergico. Ed ha poca fantasia nel gestire cambi e tattica.

Si racconta che il presidente sia dotato di pazienza e abbia capito la necessità di trattare l'allenatore con lo zuccherino, serve stargli vicino (a 4,5 milioni all'anno) e rassicurarlo. Non ha gradito gli ultimi risultati, anzi è molto insoddisfatto, ma ha visto che negli ultimi tre anni sono cambiati 5 tecnici e due presidenti eppure l'Inter naviga sempre indietro: 7a due campionati fa, 9a l'anno passato. Il tycoon sa tenere i conti e, alla fine, li presenterà al tecnico che dovrà essere bravo a spiegare e convincere. Nel caso l'Inter non entri in Europa, difficile evitare il licenziamento. È anche vero che la struttura nerazzurra avrebbe bisogno di un uomo che conosca calcio, capace di contrapporre tesi e idee a Mazzarri. Si intuisce la solitudine dell'allenatore. Moratti, in tal senso, rappresentava una possibilità di confronto, dovuta a esperienza e conoscenza del calcio e dei calciatori: oggi quelli interisti non sono più granitici negli intenti. Qualcuno ha già la valigia in mano.

Certo, i giocatori dovrebbero compiere un capolavoro per non raggiungere l'Europa. Ma viste le ultime partite...

ne mancano sette: sabato il Bologna, poi ci vorranno denti solidi per addentare Sampdoria, Parma, Napoli, Milan e Lazio e Chievo in trasferta. C'è il caso che l'Inter si giochi l'Europa nel derby. E sarebbe il grande sberleffo del destino per le due milanesi.

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