Tris il 5 maggio... e la Signora s'attizza

Potrebbe essere la terza volta in tredici anni: la festa scudetto il 5 maggio, ecco. Dipenderà innanzi tutto dalla Roma, impegnata oggi a Catania: se i giallorossi non dovessero vincere, la Juventus si confermerebbe campione indipendentemente da quello che farà domani sera ospitando l'Atalanta. In caso contrario, Buffon e compagni dovrebbero battere i bergamaschi per potersi dare poi alla pazza gioia. Con il solo pareggio mancherebbe invece ancora un punto per la matematica certezza: a livello puramente teorico, infatti, i giallorossi potrebbero poi battere la Signora in casa propria domenica prossima con più di tre gol di scarto (all'andata finì 3-0) rinviando così il verdetto all'ultima giornata.
Si vedrà. È chiaro comunque che, classifica alla mano, l'ipotesi più gettonata è quella del 5 maggio: data dolcissima per chi tifa bianconero, infischiandosene magari anche dell'ode manzoniana. Riavvolgere il nastro, please: stagione 2001/02, ultima giornata e Inter (a secco da tredici anni) in pole position con un punto di vantaggio sulla Juve e due sulla Roma. Capello, all'epoca allenatore della Lupa, si era sbilanciato: «Vinceranno tutte e tre. E la classifica non cambierà». Come non detto, mister: perché il calcio è pazzo e perché i nerazzurri di Cuper vissero un vero psicodramma all'Olimpico romano contro la Lazio. Finì 4-2 per i padroni di casa, pur invitati a perdere dai propri tifosi, le lacrime si sprecarono già in campo e quelle che versò Ronaldo in panchina fecero il giro del mondo in un amen. Il tutto, mentre Antonio Conte (giocatore, all'epoca) e la Juventus di Lippi avevano già chiuso la pratica Udinese: cross dell'attuale allenatore bianconero e colpo di testa vincente di Trezeguet, cui seguì poco dopo il gol di Del Piero. Vinse anche la Roma contro il Toro e la povera Inter finì addirittura terza, tra sberleffi e crisi di nervi.
Giorno indimenticabile per chiunque segua il calcio, insomma. Di quelli pieni di pathos e adrenalina. Nulla a che vedere con quanto accaduto lo scorso anno, sempre il 5 maggio ma con un tricolore decisamente più normale festeggiato con tre giornate di anticipo: Juve-Palermo 1-0, rete di Vidal e Napoli condannato alla seconda piazza. Pareva - e in effetti fu -, un campionato strepitoso da parte dei bianconeri, i quali salirono a quota 83: quelli di oggi stanno già dieci punti più su e scusate se è poco.

Di sicuro, la doppia eliminazione dalle competizioni europee ha lasciato un po' di amaro in bocca all'intero ambiente, ma lo spumante correrà lo stesso di qui a poco: «In campionato siamo stati ancora più bravi dell'anno scorso - ha detto ieri Buffon a Sky -, anche perché c'è stata una squadra come la Roma che, se noi fossimo stati un po' più superficiali, avrebbe potuto approfittarne». All'Europa ci si ripenserà da settembre. Salvo terremoti e/o colpi di scena, ancora con Conte in panchina.

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