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Tris delle donne volanti. I segreti di un gruppo diventato una potenza

Nella discesa di Bansko primo trionfo in carriera per Elena Curtoni. Bassino e Brignone sul podio

Tris delle donne volanti.  I segreti di un gruppo diventato una potenza

Bansko C'è solo Italia nel parterre di Bansko e sulle tribune i bulgari sventolano bandiere bianco rosso e verdi, i loro colori, oltre che i nostri. Di solito davanti al podio si ritrovano a gruppi gli staff delle atlete finite fra le prime tre, stavolta lo staff è uno solo. Incredulo, felice, orgoglioso. Tutti abbracciano tutti e loro tre, Elena Curtoni, Marta Bassino e Federica Brignone, saltellano di qua e di là, ognuna con i suoi buoni motivi per essere contenta.

Elena ha vinto la sua prima gara di Coppa dopo due anni difficili. Marta conquista il suo primo podio in discesa sciando divinamente. Federica si è confermata in una forma pazzesca, sfiorando la vittoria (è terza a 14/100) dopo una prova farcita di errori e rischi. E mentre Mikaela Shiffrin deve accontentarsi del quarto posto e Petra Vlhova dell'undicesimo, tutti si chiedono perché l'Italia femminile è diventata una potenza capace di piazzare in ogni gara almeno tre atlete fra le prime cinque, stavolta addirittura tre sul podio.

D'istinto la risposta è perché sciano meglio delle altre. E su piste ripide, ghiacciate e piene di curve come quella di Bansko, che Marc Girardelli ha definito la Kitzbühel delle donne, saper sciare fa la differenza. È logico: se le curve le fai sugli spigoli anziché mettendo gli sci di traverso, la velocità aumenta. Il problema, poi, è saperla mantenere senza perdere il controllo, ma le nostre anche in questo sono fortissime. «Momento magico, le ragazze stanno bene fisicamente, sono in buona salute, si allenano tanto, sono motivate e caricate dai risultati che arrivano in ogni gara» sintetizza Gianluca Rulfi, il direttore tecnico del gruppo. In particolare ha ragione quando dice che i risultati dell'una caricano l'altra.

E quando una va male (ieri è successo a Nicol Delago, che di questa pista proprio non ci ha capito niente e va già bene che sia arrivata in fondo sana e salva), eccone un'altra, Elena Curtoni, pronta a diventare protagonista. Vincere la prima gara della carriera a 29 anni (li compirà il 3 febbraio) regala emozioni forti, ma ieri la valtellinese si è solo ripresa quello che la sfortuna, proprio a Bansko, le aveva tolto cinque anni fa: era al comando della gara di superG quando la nebbia calata sulla pista costrinse all'annullamento e la sua vittoria puf, svanì. Seguirono due gravi infortuni, sembrava che i tempi d'oro fossero finiti, ma lei non ha mollato ed eccola, in mezzo a Fede e Marta, godere di una giornata indimenticabile. «Vincere è bello, ma farlo così, con due compagne vicine di podio è ancora meglio».

Per l'Italia femminile è la quarta tripletta della storia (nel '96 il gigante di Narvik con Compagnoni-Panzanini-Kostner; tre anni fa il gigante di Aspen con Brignone-Goggia-Bassino; nel 2018 la Libera di Bad Kleinkirchheim con Goggia-Brignone e Nadia Fanchini), la terza di questo gruppo formidabile di campionesse che oggi in superG potrebbero continuare a regalare entusiasmo ed emozioni. Dopo tre giornate impegnative su questa pista la stanchezza comincia a farsi sentire, sono in tante ad aver voglia e bisogno di riscatto, ma se le azzurre continuano a sciare così batterle sarà dura per tutte, Shiffrin compresa.

Invece non ci sarà Sofia Goggia, ancora a riposo dopo la caduta di venerdì.

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