Troppa pressione Hanno ucciso il fattore campo

di Tony DamascelliDurante il ventennio veniva detta e scritta media scudetto per evitare qualunque contaminazione e allusione alla perfida Albione. Dicesi media inglese quella che venne ideata proprio in Inghilterra verso il '30 e doveva servire a fare due calcoli in fretta su chi avrebbe vinto il titolo, tenendo come fermo il principio che le partite in casa erano quelle facili mentre le vittorie in trasferta valevano doppio. Ora il fattore campo è un'immagine ormai agreste, direi bucolica perché passato un secolo si vince dovunque, fuori casa soprattutto, in coppa e in campionato, con la nazionale e con il club. L'ultima di andata della serie A ha confermato la tendenza con il paradosso di 1 sola vittoria casalinga, quella del Carpi e nove espropri esterni. Ai tempi della schedina del totocalcio (aveva il suo fascino anche usata dai barbieri per stendere la barba appena rasata e chi azzeccava il 13 cambiava la propria vita) la congiuntura di questo week end avrebbe provocato una serie di 2 da capogiro con vincita colossale e fuga alle isole caraibiche. Oggi fa notizia e basta, non risulta che siano aumentate nelle ultime ore le vendite di champagne e caviale, il fattore campo fa parte delle scommesse, alza la quota prima e durante il gioco, chi vince fuori casa ormai non fa più saltare il banco. Come si può spiegare il fenomeno? Forse perché chi gioca in casa sente il peso della vittoria a tutti i costi e finisce per buscarle come è accaduto alla Juventus alla prima di campionato con l'Udinese o all'Inter all'ultima di andata con il Sassuolo, dunque non squadroni ma squadrette, che nessuno si offenda, trasformate in quello che viene ancora chiamato l'ammazzagrandi. Così anche il calendario che si presta a mille giochini in avvio di stagione finisce nel cestino, tagliato a pezzettini come coriandoli, una partita vale l'altra, anzi la più facile casalinga diventa la più insidiosa.

Accade anche con le nazionali, basta e avanza l'esempio del Brasile che per due volte contro Uruguay e Germania ha visto finire essiccati il campo e il fattore come l'Italia nel mondiale del '90. Alla prossima, dunque, ricordando che per quanto riguarda l'inglese è sempre migliore la zuppa della media.

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