La incontri ad una serata di solidarietà che è un tuffo al cuore perché riporta a Londra 2012, all'Olimpiade. Quindi ad una medaglia sfuggita per venti centesimi. Ma Tania Cagnotto sorride, certo non dimentica, ma ha la forza che solo le donne e le atlete straordinarie possiedono. Quella che l'ha spinta a risalire sul trampolino dopo una delusione che ha anche il sapore dell'ingiustizia. «E' stata dura ricominciare dice con un velo di tristezza negli occhi -, perché comunque tutti i ricordi mi riportavano a Londra, sapevo che sarebbe stato difficile. Comunque è passata, adesso va meglio».
Dopo l'esperienza inglese non vola lontano con il pensiero, la regola che si è fissata è quella di un passo alla volta: «Gli obiettivi sono solo a breve termine, decido anno per anno. Rio 2016? è troppo lontana». Intanto il 2013 mette in agenda il Mondiale di Barcellona, un appuntamento che potrebbe poi dare la spinta decisiva verso la quinta Olimpiade: «Non credo. Devo proprio vedere come sono messa io, fisicamente e mentalmente. I tuffi sono uno sport molto fisico, faticoso. Quindi durare altri quattro anni non è detto».
Comunque con i Giochi resta un conto aperto e all'appuntamento brasiliano avrebbe 31 anni che per i tuffi non significa certo essere vecchi. «E' vero, non è un'età proibitiva ammette Tania -. Ce ne sono state di donne e ce ne sono tuttora competitive a quell'età. Possibile è possibile, ma se ci arrivo ci devo arrivare serena, senza di nuovo l'obbiettivo di medaglia. Basta. Sarebbe solo l'obiettivo di fare una quinta Olimpiade e finisce lì. Quindi di chiudere in bellezza la carriera». La forza per crederci potrebbe dargliela Valentina Vezzali. La portabandiera inglese, un esempio. «L'ammiro tantissimo, senza dubbio è l'atleta più forte del mondo dice sincera come sempre -. Però i tuffi sono completamente diversi, devi avere l'elasticità al massimo, rapidità, potenza. E' una disciplina molto fisica, per una donna può diventare difficile restare al top».
Sembra che l'unico ostacolo possa essere solo il fisico, insomma che il doppio quarto posto di Londra non abbia lasciato strascichi d'altro tipo. «Logicamente non ho dimenticato e probabilmente non lo farò mai ammette Tania -. La vita non sono solo i tuffi. Mi reputo una ragazza fortunata, ho tutto quello che è importante nella vita. Ovvio non ho la medaglia olimpica che nella mia carriera sarebbe stato il top. Ma non è una disgrazia quello che mi è successo».
Straordinaria pure nel metabolizzare le sconfitte, anche perché non avrà una medaglia olimpica, ma in compenso si è ritrovata travolta dall'affetto. «La reazione di così tante persone mi ha fatto un enorme piacere, addirittura lo stadio di Londra faceva il tifo per me, un'emozione che non dimenticherò mai dice mentre si illuminano gli occhi -. Non ero a casa mia, eppure avevo il pubblico tutto dalla mia parte.
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