Inter, euro rimpianto

Il turnover di Inzaghi non paga in Europa: per la prima volta in stagione i nerazzurri non fanno gol e passano come secondi del girone. Così il sorteggio per gli ottavi della Champions sarà di brividi

Inter, euro rimpianto
00:00 00:00

Come una finale, ma di quelle brutte. Tattica e noiosa, lenta e senza emozioni vere. Di bello, per l'Inter inchiodata fino all'ultimo allo zero a zero di partenza, non c'è nemmeno il risultato: pareggia, anzi vince la Real Sociedad che conquista il primo posto nel girone e soprattutto un sorteggio più semplice. Il cammino verso la finale vera, quella di Wembley, per l'Inter proseguirà in salita.

Inter sotto le aspettative, giusto dirlo subito. E soprattutto per la prima volta in stagione resta a secco, senza gol segnati. Incapace di andare oltre il lungo fraseggio altrui. La Real Sociedad è squadra vera, si era già visto all'andata. Là aggrediva per vincere, qui gioca per non perdere. Escono due pareggi ed è colpa dell'Inter non vincere mai, perché è sicuramente più forte nei singoli.

Inzaghi sceglie come previsto di risparmiare alcuni titolari, proprio come all'andata. E come all'andata, la scelta non paga fino in fondo. Anzi, non paga per nulla. Ma domenica c'è la Lazio, contro cui l'Inter negli ultimi due anni a Roma ha sempre perso. Scelte, pensando al vero obiettivo di stagione: lo scudetto della seconda stella.

Prima da capitano per Darmian. Del resto, fra gli undici di partenza, il Soldatino è con Sanchez (che però ha svernato una stagione a Marsiglia) l'unico dei reduci dello scudetto di Conte. In 2 anni l'Inter ha cambiato faccia, smontata e rimontata con bravura dal Demone Simone e si vede anche da questi dettagli.

Il primo tempo passa senza alcun sussulto, con i baschi impegnati ad abbassare i ritmi e a nascondere più possibile il pallone agli uomini di Inzaghi (73% di possesso all'intervallo, 62% al 90'), che da pare loro poco si preoccupano di andarglielo a rubare. Come sempre, la scelta è innanzi tutto quella di non rischiare, convinti che, prima o dopo, un errore altrui consentirà di sbloccare il risultato. E invece no, stavolta niente, perché ai rari sbagli dei baschi, l'Inter oppone i suoi.

L'avvio della ripresa è un'illusione, perché Inzaghi alza sì la pressione, ma la ragnatela basca riesce sempre a contenere le voglie nerazzurre. Senza che il portiere Remiro debba peraltro mai intervenire. Come lui Sommer. Due spettatori infreddoliti nella noiosa e gelida notte di San Siro.

L'emozione più grande, ed è tutto dire, è la simulazione di Kubo verso il tramonto della partita: il giapponese, che resta un ottimo giocatore, s'infila nell'area nerazzurra e appena incrocia Calhanoglu e Carlos Augusto crolla a terra. L'arbitro fischia il rigore che dura il tempo della revisione al Var. Kubo ammonito.

Lautaro e Barella entrano a metà tempo, con Arnautovic.

Al Toro basta ovviamente una manciata di minuti per fare meglio di Sanchez (gran tiro in corsa, alto di poco in sospetto fuorigioco; più un'occasione netta nel recupero), ma stavolta nemmeno lui trova il guizzo che varrebbe la vittoria. L'Inter entra da seconda nell'urna di Nyon.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica