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Ucraina, campionato sospeso. Paura per De Zerbi e il suo staff

Ore drammatiche in Ucraina dopo l'invasione ordinata da Putin. L'allenatore italiano dello Shakhtar Donetsk: "Siamo stati svegliati dalle esplosioni"

Ucraina, campionato sospeso. Paura per De Zerbi e il suo staff

Si ferma il calcio in Ucraina. Nella notte sono arrivati i primi bombardamenti da parte della Russia nelle principali città ucraine, ora la Federcalcio ha annunciato lo stop al torneo. “A causa dell’imposizione della legge marziale, il campionato è stato sospeso”, il breve comunicato diramato sui canali ufficiali.

La Premier League ucraina sarebbe ricominciata domani, venerdì 25 febbraio, con l’anticipo tra Minaj e Zorya, ma i nuovi e tragici sviluppi della crisi hanno costretto le autorità sportive a sancire la sospensione del torneo. “Resisteremo”, il messaggio lanciato su Twitter dallo Shakhtar Donetsk, accompagnato dalla bandiera dell’Ucraina sventolante. Ma c’è grande preoccupazione per il tecnico italiano Roberto De Zerbi e il suo staff (il vice allenatore Davide Possanzini, l’allenatore dei portieri Giorgio Bianchi, i preparatori Vincenzo Teresa, Agostino Tibaudi e Marcattilio Marcattili e gli assistenti Michele Cavalli e Paolo Bianco, ndr). I “minatori” sono bloccati in un hotel di Kiev e, come consigliato dall’ambasciata italiana, non possono lasciare la struttura, se non per “spostamenti necessari”.

"Me ne sto in camera, è una brutta giornata. Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, fin da quando è successo quel che é successo col Donbass. Però non mi sono mosso, perchè io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono”, le parole di Roberto De Zerbi a Italpress: “Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff... potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza, no, abbiamo aspettato. Stanotte ci hanno svegliato le esplosioni".

L’ex tecnico di Foggia e Sassuolo, in accordo con i suoi collaboratori, ha deciso di non lasciare il Paese negli scorsi giorni, nonostante il pressing delle autorità nostrane, ribadendo di non voler abbandonare lo Shakhtar. L’aeroporto della capitale ucraina al momento è chiuso ed è impossibile rientrare in Italia.

Un contesto delicato e insicuro, come confermato da Junior Moraes, attaccante brasiliano naturalizzato ucraino: “La situazione è grave”, le sue parole in una storia pubblicata su Instagram.

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