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Ultima batosta per Mancini. E l'addio è vicino

Si addensano nuvole minacciose sul futuro di Roberto Mancini (nella foto) alla guida del Manchester City. Le stesse che ieri pomeriggio coprivano il cielo di Wembley durante la premiazione della finale di Fa Cup. Una finale, quella tra il suo City e il Wigan, terminata nel modo più sorprendente. Un epilogo degno della tradizione (imprevedibile) di questa coppa, la più antica al mondo, arrivata alla sua 132ª edizione. Con la vittoria dei Latics grazie alla rete allo scadere di tale Ben Watson, dopo che i Citizens erano rimasti in 10 per l'espulsione di Pablo Zabaleta. Ma il Wigan di Roberto Martinez, prossimo tecnico dell'Everton, non ha rubato nulla. Ha rispettato il ruolo di outsider – alla vigilia era data 9/1 la sua vittoria dai bookmakers -, confermandosi una squadra ben più forte della somma dei suoi giocatori. L'esatto opposto di questo City, pieno di campioni ed egoismi personali. Solo così si spiega la vittoria del Wigan che non batteva i Citizens dal 2008, che aveva perso gli ultimi sette confronti diretti, e che è ad un passo dalla retrocessione. Il più classico Davide contro Golia. Da una parte gli oltre 400 milioni di sterline (valore del City). Dall'altro i Latics che valgono un decimo degli avversari ma tornano a casa con la loro prima coppa in 81 anni di storia. «Fate la storia» c'era scritto sulla porta dello spogliatoio del Wigan. Eccola. Bagnata dalle lacrime di commozione del suo presidente Dave Whelan, 81 anni. Aveva acquistato il Wigan in quarta divisione, e ora non riesce più a smettere di sorridere. L'opposto di Mancini, volto tiratissimo, il ritratto della delusione.

E forse anche della preoccupazione per le indiscrezioni sull'arrivo di Manuel Pellegrini, ex Real Madrid oggi tecnico del Malaga.

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