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Ultimatum all'Apache: «Ti devi decidere»

MilanoAlla Juve si va via solo per una scelta di vita. Beppe Marotta detta la linea e entro quarantotto ore si aspetta la decisione di Carlos Tevez. «Entro due o tre giorni ci aspettiamo una risposta». Che non ammette alternative al Boca Juniors: l'attaccante argentino torna a casa o resta alla Juve. La notte scorsa l' entourage del giocatore ha incontrato i dirigenti del club argentino. «Abbiamo dato la disponibilità a farlo partire nel rispetto di una scelta di vita – ribadisce l'ad bianconero - non quella di farlo andare gratis in un altro club europeo. Se andrà via, andrà in Argentina». Quindi niente Psg o Atletico Madrid. Anche per Andrea Pirlo il discorso è più o meno simile a quello di Tevez e Marotta ribadisce: «Qualsiasi decisione prenderà la rispetteremo. Ma dico che non ci sono i presupposti per un suo addio».

Discorso diametralmente opposto per l'altro grande nome corteggiato da tutta Europa: Paul Pogba. Ma detto questo l'ad bianconero specifica che nessuna delle fantasmagoriche offerte lette gli è mai stata presentata: «Non sono vere pur avendo ottimi rapporti con il Manchester City». E poi c'è la volontà della Juve di tenere un giocare «ritenuto strategico nel progetto».

Questo il capitolo uscite, invece sulle entrate Marotta delinea l'identikit del possibile sostituto di Tevez: «Mandzukic è un obiettivo realistico, concordiamo un po' tutti su questa valutazione positiva del giocatore. Higuain? È un'operazione molto pesante per noi, non abbiamo la forza per affrontarla». Per motivi diversi l'ad della Signora si chiama fuori dalla corsa a Kondogbia: «A centrocampo in questo momento abbiamo tanta qualità e siamo numericamente a posto».

Quindi via libera a Inter e Milan che in questo momento è il grande protagonista del mercato: «E' una campagna di rafforzamento effervescente… Sta trattando numerosi calciatori. Fondo Doyen? Prendo atto delle indiscrezioni. I rossoneri fanno paura? Più la A è competitiva più ne trae beneficio il movimento. E più è bello vincere».

Ma per continuare a farlo bisogna migliorare se possibile ulteriormente la squadra. Sono arrivati Dybala e Khedira, Marotta ora tiene aperta la porta per Oscar, il trequartista del Chelsea, e spalancata per Berardi e Zaza. Con Morata e Dybala si andrebbe a formare un attacco decisamente giovane, under 23.

L'ad bianconero ammette la stanchezza personale, i tanti problemi del calcio italiano tra cui quello di gente senza competenza ed esperienza che dopo venti anni non ne vuole ancora sapere di lasciare il posto ad altri. Non a caso esalta il modello Juve. E combatte tra la voglia di dedicarsi a qualche passione «come l'arte» e quella di continuare a vincere.

E ripensa alla Champions persa a Berlino: «L'apice della mia carriera. L'amarezza c'è perché volevamo vincere anche senza averlo dichiarato». Lo dice tra i padiglioni di Expo, all'ombra della Madonnina che l'anno prossimo ospiterà la finale di Champions: «A Milano vogliamo esserci».

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