È un'Italia che alza la cresta Il Faraone: «Servono giovani»

"Io e Mario ne siamo un esempio. E altri bravi ora giocano in serie B". E il ct su Balotelli ed El Shaarawy: "Due fuoriclasse da valorizzare"

Stephan El Shaarawy e Mario Balotelli
Stephan El Shaarawy e Mario Balotelli

Olanda-Italia, amichevole a sorpresa di stasera all'Amsterdam Arena, può diventare una prova tecnica di mondiale. E non solo perché i due precedenti più famosi han portato fortuna ai rispettivi ct. Con Arrigo, il primo successo azzurro in terra orange, 3 a 2 addirittura, fu un passaggio decisivo per poi piazzarsi secondi, dietro il Brasile, nel mondiale Usa '94. Stessa sorte, a sorpresa, con Lippi sulla panchina della Nazionale. Perentorio il 3 a 1 del novembre del 2005, fu lo squillo di tromba prima della cavalcata trionfale nel mondiale di Germania. È vero, per amor di precisione, anche prima del mondiale disastroso in Sud Africa, Lippi volle ripetere la macumba dall'effetto diverso: fu 0 a 0 a Pescara (unica nota lieta il debutto di Candreva) e una delusione il mondiale successivo. Chissà se Cesare Prandelli è informato di questi bei precedenti, certo che anche lui comincia a parlare di «serata giusta per preparare l'appuntamento della prossima estate, la Confederation cup» e magari sotto sotto comincia a immaginare il mondiale affidato alle due creste del momento. Al di là di qualche ritorno (Santon sull'argine sinistro), e di qualche inevitabile ricambio (Astori al posto di Chiellini ko), lo scheletro della Nazionale di stasera in Olanda è quello immaginato da Prandelli per l'immediato futuro tutto avvitato sul tandem milanista d'attacco Balotelli-El Shaarawy a proposito del quale può anche permettersi una battuta politica, «non è una promessa elettorale» ma un autentico investimento perché si tratta di valorizzare «due attaccanti di conio modernissimo».
E allora ecco l'Italia marchiata a fuoco anche col modulo milanista, del 4-3-3 forse atipico per la presenza di Candreva (alternativa è Diamanti) al fianco dei due gemelli di capigliatura oltre che di anagrafe. «Mi interessa prima la prestazione e poi il risultato» è la promessa del ct che sembra intenzionato, sull'onda del successo del siparietto con la collega del tg1 Scarnati (ha canticchiato montagne verdi), a realizzare un disco azzurro con incasso da destinare alla beneficenza. Ed è questa la novità in assoluto che si trascina dietro la Nazionale dopo il felicissimo debutto a San Siro di SuperMario. Molti dimenticano, infatti, che prima e durante l'europeo di Polonia e Ucraina l'utilizzo di Balotelli fu scandito dal quesito: ma è un centravanti? Prandelli dovette convincere prima l'interessato e poi la critica, disegnando la squadra e aggiungendo Cassano per l'ispirazione. Ora che nessuno più discute il 9 di Balotelli, c'è una musa molto più giovane del barese, molto più disciplinato e anche molto più ispirato al suo fianco. Si tratta di El Shaarawy che «sogna di vincere il mondiale» e giura sul feeling «dentro e fuori dal campo» con il nuovo socio arrivato da Manchester.

Questa coppia è un messaggio molto forte per tutto il calcio italiano, troppo legato allo schema “meglio un calciatore esperto o straniero”. «Io e Mario siamo un esempio, l'Italia deve investire sui giovani, anche in B ci sono molti talenti» è l'ultima segnalazione del faraone.

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