di Tony Damascelli
A ssolto. Un brutto colpo. Non per Antonio Conte. Un colpo al fegato, non dico al cuore forse non presente, per chi era pronto ad applaudire la testa rotolante del commissario tecnico della nazionale e soprattutto ex allenatore della Juventus. Il fatto non sussiste, la richiesta del piemme era basata su elementi probanti verosimili, in breve niente polpa, niente colpa, molto fumo. Fumo che è servito a intontire i lettori e i tifosi, quelli avversi, a ubriacare la stampa giustizialista che sull'argomento ha scaricato il peggio di se stessa così come era accaduto dieci anni orsono alla vigilia del mondiale tedesco, nei confronti dei colpevoli di piazza, Cannavaro e Buffon. Vorrei tanto che in Francia accadesse un altro miracolo come a Berlino, vorrei tanto che il campo dimostrasse che il lavoro di Conte può essere sbagliato nelle scelte ma resta onesto nei comportamenti. Questo era il dubbio che era diventato veleno, questa la tesi del pubblico ministero che da tre anni ha scritto e parlato molto di un calcio corrotto a tutti i livelli.
La giustizia a orologeria ha fatto il suo consueto giro, anni, mesi, settimane, giorni per arrivare alla vigilia dell'Europeo, nello stesso lunedì delle convocazioni azzurre, per emettere la sentenza, attesa da pochi, accettata ora dal resto della comitiva. Direi a malincuore, perché erano pronti i titoli e le condanne morali, a una federazione che non è soltanto razzista nel suo presidente ma complice di un allenatore corrotto che non fa onore al nostro sistema e che verrà ripudiato anche dagli inglesi. Miserabili. Così non è. Così non sarà. Antonio Conte è un cittadino libero e un allenatore liberato, andrà in Francia e poi in Inghilterra, onorerà gli impegni e il nome dell'Italia, farà quello che deve e che può. Questo tempo pieno di gas tossici non sarà scacciato in fretta. Non basta una sentenza per cancellare anni di vociare bastardo, di insinuazioni e di sospetti. La giustizia sportiva lo aveva condannato per omessa denuncia, quella penale lo ha assolto perché la frode non esiste.
Non esisteva. Nel dubbio, comunque, la ciurma si era scatenata e oggi mugugna, rosica, sconfitta. Prevedo il rilancio, l'appello, la richiesta di nuove indagini. I giudici hanno sempre ragione. Anche quelli che assolvono. O no?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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