Valanga di gol, ma l'Olimpico fischia Luciano

Cori per il numero 10. La società: «Nessuna scelta punitiva». Doppiette di Dzeko e Salah

Marcello Di DioRoma Il quinto successo di fila della truppa di Spalletti è una pura formalità con le doppiette di Dzeko e Salah e il gol di Keita (18° cannoniere stagionale della Roma), oltre al gradito ritorno di Strootman dopo più di un anno. Ma il vero vincitore della serata dell'Olimpico ancora orfano della curva Sud - è Francesco Totti. Per lui applausi e il coro diventato un cult («c'è solo un capitano»), per il tecnico Spalletti - che ieri all'ora della colazione lo aveva escluso dal match di stasera -, solo fischi alla lettura delle formazioni.Pensieri un tempo proibiti e ora diventati reali: non sentirsi più fondamentale e al centro dell'universo romanista. Francesco Totti avrebbe voluto giocare contro il Real, un tempo la sua partita. Quei quattro minuti finali (con un riscaldamento iniziato controvoglia un quarto d'ora prima) lo hanno amareggiato. Da qui l'intervista alla Rai, che ha avuto un effetto deflagrante. Fino alla clamorosa esclusione del capitano che ha eccitato persino la stampa di mezza Europa (Roma in subbuglio, Fine di una leggenda? Roma brucia, i titoli più eclatanti). Totti si presenta allo stadio insieme alla moglie Ilary, che fra un paio di mesi gli regalerà il terzo figlio, e ad alcuni amici. Si alza in tribuna e ringrazia con un saluto per l'attestato di stima del pubblico, un saluto riservato anche poco prima ai compagni di squadra negli spogliatoi. «Non chiedo di giocare, voglio rispetto», una delle frasi più altisonanti. E nella seconda parte dell'intervista, andata in onda ieri a 90° minuto, ipotizza anche un addio: «Finire la carriera in questo modo mi sembra brutto. Io dirigente della Roma? Più in là sì, poi però se le due strade non porteranno nella stessa direzione vedremo». Totti pensa agli States, paradiso dei giocatori a fine carriera, ma per ora nessun contatto concreto.«Quando Francesco parla di mancanza di rispetto non ho idea a cosa si riferisca. Io chiaramente rispetto Totti e mi incontrerò con lui», così da Boston Pallotta che tornerà a Roma nella prima settimana di marzo. La proprietà americana gli aveva già allungato il contratto nel 2014 a 3,2 milioni a stagione, difficile che ci sia un bis (la Roma non sembra averne l'intenzione), resta in tasca a Totti quell'accordo da dirigente da 600mila euro all'anno, il massimo previsto dal tetto salariale. «Nessuno strappo con Totti, la scelta di Spalletti non ha nulla di punitivo smorza i toni il dg Baldissoni -.

Conta la Roma, non possiamo perderci dietro situazioni individuali. Il tema del futuro l'abbiamo delegato a Francesco e al presidente, nessuno potrà risolverlo meglio di loro». Non ci sarà molto da attendere, almeno si spera.

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