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Valencia contagiato, la Dea deve fermarsi

Prima di ieri Gasp contrario allo stop: squadra e staff "isolati" fino al 24 marzo

Valencia contagiato, la Dea deve fermarsi

Il Coronavirus colpisce la Liga e spaventa l'Atalanta. Sono arrivati infatti i primi casi nel campionato spagnolo e sono tutti nel Valencia, l'euroavversaria dei nerazzzurri. Il primo a comunicarlo è stato Garay con un post su Instagram. Successivamente, la società valenciana ha reso noto che, oltre all'argentino, ci sono altri quattro contagiati: Gaya, Mangala, il collaboratore tecnico Camarasa e il dottor Aliaga. Tutti e cinque, fanno sapere, sono in buone condizioni e in autoisolamento, cosa che ora farà anche il resto della squadra. Ma mentre Garay (fuori fino a fine stagione) e Mangala (ko per un problema) non figuravano tra i convocati per la sfida di martedì al Mestalla, Gaya invece c'era e ha pure giocato titolare, come erano presenti a bordocampo i due dello staff.

Il timore, quindi, è che anche qualcuno dell'Atalanta potrebbe aver contratto il virus. Per questo motivo, la ripresa degli allenamenti, prevista per oggi, è stata rinviata prima di 48 ore e poi direttamente al 24 marzo. Senza dimenticare, inoltre, che quella bergamasca è la provincia italiana più devastata dal Codiv-19.

Gasperini, che aveva fatto sapere di essere contrario allo stop forzato, si è quindi visto costretto a chiudere bottega per una decina di giorni, per il suo bene e per quello di collaboratori e giocatori, da ieri in isolamento domiciliare. Tra questi anche Ilicic, l'eroe del Mestalla e protagonista di uno splendido gesto: ha donato all'Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo il suo pallone, ricevuto in premio per i quattro gol segnati in Champions.

Oltre ai cinque valenciani, nel calcio spagnolo c'è anche un altro caso: si tratta di Jonathas dell'Elche (Segunda Division), attaccante 31enne con un passato in Italia tra Brescia, Pescara, Torino e Latina. Del virus ha parlato, in una diretta Instagram, Dusan Vlahovic, il primo contagiato della Fiorentina, seguito poi da Cutrone e Pezzella. «Stavo a casa - ha raccontato l'attaccante serbo - dormivo e mi sono svegliato sudato con la febbre, ho misurato la temperatura e avevo sui 37, ho preso una tachipirina e chiamato chi di dovere. La sera si è alzata fino a 39 ed è così che l'ho scoperto.

Comunque adesso sto bene».

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