È una spallata mondiale quella di Valentino Rossi ad Assen. Un successo che rasenta la perfezione e come ogni trionfo che puo' fare la storia ha una coda polemica. Perché il duello entusiasmante durato tutta la gara tra Vale e Marc Marquez finisce con una sportellata: nè il vecchio campione nè il baby fenomeno vogliono saperne di inchinarsi. Il Dottore entra in curva per primo, ma il campione in carica si infila all'interno, non c'e' spazio ma ci prova. Contatto inevitabile, Marquez tocca la spalla di Rossi che però resta in piedi ma finisce fuori e salta di fatto l'ultima curva, Marquez perde tempo e finisce secondo. La direzione gara ritiene tutto regolare. Manovra al limite per entrambi, ma Marquez non ha ancora capito che Vale non e' tipo che si scansa come avrebbero fatto in molti.
È la seconda lezione del dottore in questa stagione perché i due si erano già "toccati" e anche l'altra volta in Argentina aveva avuto la meglio Rossi. Stavolta nella terra dei tulipani può davvero essersi incrinato quel rapporto di stima reciproca che legava i due. La stretta di mano appena scesi dalla moto e' travolta dal fiume di parole. «Il vincitore morale sono io» azzarda Marquez dopo aver maliziosamente sostenuto che con Rossi e' sempre così «all'ultima chicane io all'interno, lui chiude ed esce...». Ma Rossi non e' nato ieri: «Mi dispiace, ero avanti io, non potevo sparire. Sinceramente non so come avrei dovuto fare visto che mi ha buttato fuori...». Quindi la sentenza: «Con Marc la certezza è che quando lotti con lui una carenata la prendi».
Questo il duello a parole dopo essersele date per tutta la gara. Subito i due a menare le danze, a far capire che la vittoria sarebbe stata affare loro. Rossi a dettare il ritmo, poi le schermaglie tattiche, Vale che rallenta, Marquez che non abbocca al diciottesimo giro, ma due tornate dopo lo passa. Rigenerato il campione in carica dopo i tanti errori commessi finora, determinante per lui il ritorno alla "vecchia" Honda con la ciclistica 2014. Ma il Dottore vede il bersaglio grosso e ripassa a due giri dal termine, prova ad allungare e a metà dell'ultimo giro ha mezzo secondo di vantaggio comunque non sufficiente per chiudere con tranquillità.
Quindi il fattaccio, ma soprattutto il successo di Rossi che per come è venuto è una botta psicologica per Lorenzo, terzo dopo essere partito ottavo, ma mai in battaglia per la vittoria. Ha limitato i danni il maiorchino, ma soprattutto interrotto la striscia di quattro vittorie che lo aveva riportato in scia a Valentino. Ora i punti di distacco sono dieci. Le cifre dicono che questa è la vittoria numero 111 in carriera, tre volte uno, e tre sono le vittorie in questa stagione. I dodici podi di fila, sono la conferma di una continuità da titolo. Assen nel destino del Dottore che tra i mulini a vento ha vinto nove volte in carriera. Ma soprattutto era dal Gp di San Marino 2009 che non vinceva partendo dalla pole e quello è anche l'anno dell'ultimo mondiale vinto.
L'aveva detto che vincere in Olanda sarebbe stato fondamentale per il Mondiale. Lo ha dimostrato volendo fortissimamente questi 25 punti: dalle prove impeccabili alla pole straordinaria al capolavoro della gara. «Arriveranno piste difficili quindi era importante dare il massimo in una situazione a me favorevole».
Vale ha la determinazione feroce degli anni vincenti: testa e fisico sono al massimo. Il capolavoro di Assen e' un altro passo verso la leggenda. Il decimo si può fare. Lo ha detto l'universita' della moto. Per la lode e' questione di tempo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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